venerdì 10 luglio 2015

LE PMI IN HORIZON 2020 E LA PROGRAMMAZIONE CHE NON C’È


Convegno “LE PMI IN HORIZON 2020”

 Disattese tutte le mie aspettative, malgrado questo convegno si preannunciasse molto interessante. Purtroppo questo è il risultato, ovvero quando “personaggi magnifici” prendono 25-30 minuti per le loro introduzioni, mentre chi deve parlare di “buone pratiche” li si concedono i 5-10 minuti finali. Poi aggiungeteci anche un ritardo tutt’altro che accademico (un’ora, invece che dei soliti 15 minuti) e capite benissimo perché “il pomodoro si secca anche senza innovazioni…” (cit.).   “Siamo alle solite” si potrebbe dire; ma proprio tutto brutto-brutto??? Ma no dai, qual cosina la si può raccontare …

 COSA C’È DI NUOVO?
Una sorta di interscambio, sinergia se si vuole, tra il mondo dell’università e le PMI: si parla di “dottorato industriale”, di dottori di ricerca che operano nelle imprese invece che nelle università e nuovi tipi di assegni di ricerca per studi da svolgere sia nelle PMI, sia nelle istituzioni non-profit e PP.AA.


TEMI E FOCUS
COACHING, TUTORAGGIO, PROCUREMENT, EEN, ECCELLENZE, WORK-PROGRAMME, TECHNOLOGY READNESS LEVEL, WEBINAIR


I GRADIENTI
1) NULLO – BASSO – MEDIO – ELEVATO – ALTO
2) IDEA – AMBIENTE DELLA RICERCA – AMBIENTE OPERATIVO – MERCATO
3) Si organizzano i processi in base alle fasi di lavoro, che vanno dall’idea fino al lancio del prodotto sul mercato
 
UN NUOVO SISTEMA DI VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI HORIZON 2020
1° LIVELLO: FATTIBILITÀ: Contenuti, rischi, partner, studio/design prodotto, pilot application;
2° LIVELLO: DIMOSTRAZIONE: prototipazione, test, piloting, miniaturizzazione, scaling-up, market replication;
3° LIVELLO: COMMERCIALIZZAZIONE: Accesso ai finanziamenti, supporto, H2020.


LA PROGRAMMAZIONE CHE NON C’È
L’Italia è il secondo paese per numero di richieste di finanziamento in H2020, ma il penultimo in fase di ammissione ai finanziamenti (si parla di una percentuale che gira tra il 4,59 e il 7%). Ovviamente in questi casi non si può fare a meno di rilevare il troppo potere concentrato nelle agenzie intermedie, ovvero quegli organismi che decidono l’ammissione o meno al finanziamento dei progetti ma poi ci si deve aggiungere che tutte le iniziative come queste, e cioè quelle organizzate per spiegare come si deve fare la progettazione, non arrivano mai a spiegare fino in fondo come si fa per davvero una buona progettazione. Sicché, oltre alla “programmazione che non c’è, si può parlare benissimo anche di “una progettazione che non c’è”, visto che tutto ciò che si dice è riferito ad un livello elementare, quasi didattico.

 
Pietro Perrucci   

mercoledì 10 giugno 2015

I nuovi contenuti della politica del territorio dal convegno di ITALIA NOSTRA sul paesaggio lucano (Matera, 6 giugno 2015).

Una premessa mi sembra più che doverosa: è incredibile vedere quante similitudini vi sono tra le vicende che stanno accompagnando la redazione dei piani paesaggistici di Puglia e Basilicata:
a) classe politica interessata più al business dell'eolico e meno alla protezione del paesaggio;
b) la pianificazione viene fatta prim'ancora che vengano fissate le regole di tutela/salvaguardia del paesaggio;
c) mancanza di attenzione da parte delle comunità e scarsità della partecipazione;
d) le pale eoliche e la loro impossibilità di immettere tutta l'energia prodotta nella rete.
Pertanto, gli elementi che riporto non saranno considerati nei due piani regionali di cui sopra.

1. GLI INTERVENTI
INVESTIMENTI - ATTIVISMO CIVICO - ATTENZIONE ALLA COMUNICAZIONE - RECUPERO - RESTAURO - TUTELA - VALORIZZAZIONE - PROMOZIONE - FRUIBILITA' - GESTIONE - SVILUPPO - SALVAGUARDIA - AZIONI SISTEMICHE/INTEGRATE/STRATEGICHE - DIVERSIFICAZIONE - SPECIFICITA' - PRESERVAZIONE - RINATURALIZZAZIONE DI SITI COMPROMESSO E/O INQUINATI

2. TIPOLOGIA DI AZIONI
DA APPROCCIO IDEOLOGICO AD APPROCCIO PROGETTUALE - CO-PROGETTAZIONE - INTERCONNESSIONI - PRESIDIO TERRITORIALE - ASSET - TASK FORCE - NORME TECNICHE, DI INDIRIZZO E DI ATTUAZIONE

3. PROBLEMATICHE
MANCANZA DI COMUNICAZIONE - ASSENZA DELLA PARTECIPAZIONE - AUMENTI DEI DETRATTORI DEL PAESAGGIO (TORRI EOLICHE E POZZI DI PETROLIO) -

4. NUOVI TEMI
EREDITA' CULTURALE - PAESAGGIO STORICO - RICERCA MUSEALE - EREDITA' COME PROCESSO - RELAZIONI BENI-PERSONA - EDUCAZIONE - RICONOSCIMENTO - TUTELA- FRUIZIONE/GODIMENTO - VALORIZZAZIONE CONTINUA.

Pietro Perrucci

La Biblioteca del Centro studi sulle tradizioni popolari e sul folklore di Puglia, Basilicata e Calabria




Non già di catalogazione bibliografica, ma di un più modesto tentativo di recupero del patrimonio librario della biblioteca Noviello-Ferrarese. Credo che sia questa la cosa più giusta da dire per ciò che ho fatto tra febbraio e marzo del 2015, per ricomporre l’interessantissimo patrimonio bibliografico dell’ormai estinto “Centro studi sulle tradizioni popolari e sul folklore di Puglia, Basilicata e Calabria”.

Un patrimonio già decurtato delle cessioni fatte alla Biblioteca Nazionale di Potenza (e di qualche inevitabile “mancato rientro dal prestito”), ma non per questo meno importante. Anzi, per dirla tutta, la parte che ho recuperato la si può considerare quella più “intima” dei coniugi Noviello-Ferrarese, quella forse a cui erano più legati, tant’è che è stata custodita dagli eredi così com’era stata lasciata dal momento della loro dipartita.

Poi, nel giorno in cui gli eredi mi hanno manifestato la loro intenzione di cederla e renderla pubblica, fu accolta la mia proposta di affidarla al Museo della Civiltà Contadina di Gravina in Puglia e, nel contempo, di dedicarla proprio alla famiglia Noviello-Ferrarese.

Perciò, il mio intervento è consistito in un inventario “minimo e striminzito”, se si vuole, ma indispensabile per dare unicità a tutte le quasi 1600 opere che vi ho trovato e salvarle così dalla loro dispersione. Ed è stato proprio a questo punto che ho dovuto (per necessità di cose) passare in rassegna tutte le opere qui esistenti e constatare, “opera per opera”, l’interessante valore che hanno quei libri.

Un valore, dunque, che può definirsi duplice, sia in merito ai contenuti, sia in merito alle varie discipline che arrivano a toccare: tra i contenuti vanno sicuramente annoverati tutti gli elementi e/o le componenti del folklore, ovvero:
gli eventi e i fatti della vita e della morte
la cicli della natura e delle stagioni
le feste e le ricorrenze
la religiosità
proverbi e credenze popolari
la gastronomia
i dialetti e il linguaggio dialettale
gli usi e le consuetudini locali
i canti popolari
il sapere orale e le modalità di trasmissione di questo sapere
le diverse forme e rappresentazioni della cultura immateriale
le manifestazioni e le espressioni del delle tradizioni popolari e del folklore più in generale.

Tra le discipline che questi contenuti arrivano ad intaccare si possono facilmente elencare le seguenti:
antropologia
etnologia
sociologia
semiologia
linguistica
filosofia
diritto
musicologia
filologia
storia
geografia
ecologia/biologia.

Però, queste due categorizzazioni (contenuti e discipline), per quanto ampie possano essere, non riescono ad essere esaustive di ciò che effettivamente vi è raccolto: qui, oltre ad esservi circa un 200-300 opere di poeti pugliesi, ho scoperto anche:
una più piccola, ma ugualmente importante, raccolta di opere riferite soprattutto alle tradizioni popolari di altre regioni d’Italia, ed in particolare a quelle della Campania, Sicilia, Sardegna e Lazio;
trattazioni che arrivano a toccare materie come l’agronomia, la geologia, l’arte sacra, nonché la vita di alcuni personaggi illustri, tra i quali diversi meridionalisti, pittori e numerosissimi narratori di storie e cronache “più contemporanee” delle comunità di Puglia, Basilicata e Calabria;
inoltre, vi sono pure opere che fanno riferimento alle tradizioni popolari di alcuni paesi esteri, soprattutto dell’area balcanica e dell’area del Mediterraneo.

Questo patrimonio di libri, così recuperato, è stato affidato al Museo della Civiltà Contadina che provvederà, quindi, ad una inevitabile “ri-catalogazione (e questa volta in maniera conforme ai canoni della “biblioteconomia”), prima di renderlo fruibile a tutti.

In ultimo, per quanto riguarda la sua fruibilità debbo dire che in tutta sincerità non la vedo proprio immediata, essendo questa subordinata a diverse condizioni le più importanti delle quali sono:
il completamento dei lavori di ristrutturazione del complesso di Santa Sofia, dove si prevede la nuova sede della biblioteca Noviello-Ferrarese, appunto tra gli allestimenti del Museo della Civiltà Contadina;
l’istituzione di un vero e proprio fondo con annesso archivio intitolato proprio alla famiglia “Noviello-Ferrarese”;
il riconoscimento della qualifica di “ecomuseo di interesse regionale” per il Museo della Civiltà Contadina di Gravina, riconoscimento che consentirebbe di destinare una parte di risorse finanziarie all’istituzione e alla cura della biblioteca;
ed infine, la condivisione e la messa in rete di tutto il patrimonio librario della biblioteca del Centro Studi sulle tradizioni popolari e sul folklore di Puglia, Basilicata e Calabria, o quantomeno di quello già disponibile a Potenza e qui a Gravina in Puglia.


Pietro Perrucci