mercoledì 2 ottobre 2013

Osservazioni al PPTR della Regione Puglia

La prima cosa che salta all’attenzione di chi prende visione PPTR è l’assoluta mancanza di riferimenti alla programmazione del territorio pugliese. Questa assenza pone tutto il processo di elaborazione del PPTR in stretta coerenza con il generale andamento del governo regionale che è quello di non fare più programmazione. Quindi, nei diversi documenti del PPTR, non è possibile dedurre come viene considerato il territorio nei diversi ambiti della programmazione regionale, ovvero, non è possibile sapere quali sono (o quali sarebbero) i riferimenti di questo processo di pianificazione del territorio pugliese agli obiettivi,
a) dello sviluppo socioeconomico
b) dell’economia agricola
c) dell’economia industriale
d) dell’economia dei servizi alle famiglie ed alle imprese
e) dei servizi amministrativi e della P.A. in generale
f) delle traiettorie territoriali della tecnologia e dell’innovazione
g) delle dinamiche di antropizzazione ed immigrazione
h) del conseguimento dell’obiettivo europeo della coesione economica, sociale e soprattutto territoriale
i) delle dinamiche di internazionalizzazione e della globalizzazione
j) del riferimento alle tre principali istituzioni dello Stato Italiano, dell’Unione Europea e dell’area del Mediterraneo
k) dei fondi strutturali europei e delle politiche dell’Unione Europea
l) dei programmi della cooperazione internazionale…

Questo significa che tutta l’enorme attività di pianificazione che ha portato alla costruzione del PPTR risulta essere disgiunta dagli altri processi di policy in corso. Invece, una regola metodologica alla base di un processo di pianificazione come quello del PPTR è quella di collocare il PPTR dopo delle fasi di CONSENSO, POLITICA, POLICY, PROGRAMMAZIONE, quindi PIANIFICAZIONE, e prima dello sviluppo della PROGETTUALITA’ per la realizzazioni delle attività, azioni ed interventi di pianificazione. Quindi, l’elaborazione del PPTR si sarebbe dovuta inserire in questo schema metodologico e pertanto, il suo mancato inserimento fa si che il PPTR porta con sé anche delle fortissime carenze sul piano della metodologia dei processi di policy.

Inoltre, il PPTR è altresì criticabile per altri aspetti, quali:
- assume una concezione statica del territorio, mentre come si sa il territorio è un contesto altamente dinamico;
- non si capisce come il PPTR della regione Puglia si deve porre in relazione con le pianificazioni delle regioni confinanti (Molise, Campania e Basilicata), visto che non siamo, né una realtà chiusa, né una realtà autoreferenziale;
- non vi è stato alcun processo di pianificazione partecipata, nel senso che la partecipazione è stata limitata alla produzione di osservazioni, mentre del tutto assente è stata la partecipazione alla elaborazione del PPTR.

E sotto quest’ultimo aspetto, la realizzazione del PPTR sembra essere poco conforme alle norme della partecipazione contenuti nella Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001, nel Decreto Legislativo n. 152/2006 e nel Decreto Legislativo n. 156/2006.

Pietro Perrucci