lunedì 2 novembre 2009

Aree Vaste in Puglia. Domande valutative in previsione del convegno di febbraio 2010

1) Coerenza interna – Aspetti metodologici

Con l’obiettivo di “migliorare la gestione e la realizzazione dei processi di governance” (come indicato nella misura 5.1 del POR Puglia 2000-2006), la Ragione Puglia ha attivato innovativi strumenti di gestione del territorio, quali sono “le 9 Aree Vaste in cui è stato suddiviso il territorio della regionale”, che attraverso il metodo della “Pianificazione strategica” (ovvero attraverso la realizzazione di interventi direttamente connessi al conseguimento di specifici obiettivi), arrivassero ad articolare un processo di policy che preveda per grandi linee le seguenti fasi: partecipazione, agenda dei problemi, strutturazione dei problemi, individuazione degli obiettivi, elaborazione delle possibili azioni, adozione degli interventi, individuazioni delle indicazioni e delle raccomandazioni per questi interventi, implementazione, valutazione giudizio, possibilità di revisione del processo ed eventuale riorientamento degli obiettivi, piani della comunicazione interna ed esterna.

Data questa articolazione, quanto coerente è stato il disegno e la realizzazione dell’Area Vasta in cui risiedete, rispetto al processo di policy sopra evidenziato?


2) Partecipazione – Governance

L’esperienza pugliese di pianificazione strategica e di realizzazione delle aree vaste si sarebbe dovuta inquadrare in quel cambiamento culturale che sta interessando da oltre un decennio i cosiddetti paesi a democrazia matura, laddove sono attualissimi “la partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni di cittadini alla definizione delle politiche pubbliche, l’uso di strumenti di democrazia partecipativa (partnership pubbliche private e pubblico-private, networking e governance istituzionali), l’uso di strumenti di democrazia deliberativa (town meeting, deliberation days, le arene deliberative, sondaggi deliberativi) e l’uso di strumenti di democrazia diretta (infodays, strumenti informatici di e-democracy, gli incontri di quartiere, le passeggiate di quartiere, ecc…). Si tratta di governance, ovvero, di evoluti processi di produzione del consenso e di democrazia, nei quali i cittadini, in quanto popolo sovrano, non sono soltanto degli elettori che delegano il proprio potere politico ai loro rappresentanti, ma sono anche dei legislatori aventi il diritto, garantito anche dalla Costituzione, di determinare direttamente le scelte.

In riferimento alla governance, quali strumenti di democrazia partecipativa, di democrazia deliberativa e di democrazia diretta, sopra proposti sono stati attivati nell’Area Vasta di vostro riferimento?
(per ognuno degli strumenti sopra individuati, si chiede di procedere ad una valutazione, utilizzando uno dei 4 criteri: 1) non previsto e non realizzato; 2) previsto e non realizzato; 3) non previsto e realizzato; 4) previsto e realizzato)


3) Coerenza esterna – Aspetti programmatici

L’introduzione di strumenti di Pianificazione Strategica di Area Vasta rappresenta nel panorama pugliese una innovazione assoluta, data la possibilità concreta di dar luogo al “terzo stadio” nell’evoluzione dei rapporti tra istituzioni e società, passando cioè da una fase di rapporti di tipo top-down (fino ai primi anni ’80) e da una fase di tipo bottom-up (fine anni ’90) ad un’altra fase che era quella della coesione, in cui lo sviluppo socioeconomico diventava inclusivo, condiviso, integrato e sostenibile. Da un punto di vista più tecnico-operativo, la realizzazione delle Aree Vaste e della Pianificazione Strategica, avrebbe significato quindi, il conseguimento di questi obiettivi:
- un uso più efficace ed efficiente delle risorse dei fondi strutturali europei degli ultimi due periodi di programmazione (2000-2006 e 2007-2013);
- la possibilità di coordinare questo sfruttamento con le altre risorse nazionali e regionali;
- l’opportunità di gestire in ogni Area Vasta tutti gli altri strumenti di programmazione e di pianificazione di livello regionali e provinciali (DRAG, PTCP, PIRP, PPTR, ecc…);
- rendere tecnicamente possibili altri processi di policy territoriale, tanto negli obiettivi, quanto nei metodi e negli strumenti;
- rendere possibili il networking ed il partenariato istituzionale, economico e sociale, sia per le aree a maggior sviluppo socio economico, sia per le aree a più elevato grado di marginalità economico-territoriale in Puglia;
- fare sistema e fare sinergia.

Rispetto ad ognuno di questi obiettivi, quanto la visione dello sviluppo socioeconomico che si sta determinando in ogni singola area vasta è da considerarsi inclusiva, condivisa, integrata e sostenibile?


4) Utilità, durata e sostenibilità – Aspetti sociologici

Da un punto di vista “storico-culturale”, le aree vaste e la pianificazione strategica rappresentano anche una importante innovazione nel modo di gestire il territorio per le diverse esigenze che si sono manifestate a seguito delle nuove dinamiche economiche e sociali sul nostro territorio. Nell’ambito del processo di globalizzazione, ad esempio, oltre ogni confine politico, economico e culturale, non sono più soltanto le imprese ad entrare in concorrenza tra loro, nel senso che non si può più ragionare solo nell’ottica di flussi di domanda e di offerta e/o di mercato di beni, servizi e fattori produttivi. Ora, ad entrare in competizione in ambito mondiale, sono anche i territori con le loro comunità, con le loro forme organizzative, con le loro tipicità e peculiarità geografico-ambientali, con le loro istituzioni ed anche con le loro forme culturali. Pertanto, ci si trova di fronte alla necessità di effettuare nuove scelte programmatiche che inderogabilmente dovevano far leva sul superamento delle pure logiche di profitto, di consumo distruttivo, di promozione di cicli di sviluppo chiusi, compartati ed autoreferenziali, e quindi, attraverso l’area vasta si è chiesto al territorio di “fare rete” tra i suoi elementi antropologici, fisici, economici, istituzionali e culturali, di riorganizzarsi e di coordinarsi in funzione dei cambiamenti che stavano avvenendo e quindi di fare “massa critica”, in modo da riuscire a vincere la competizione e ad attivare il confronto con gli altri territori non solo nell’ambito del processo di globalizzazione, ma anche nell’ambito dei processi di internazionalizzazione nell’area del Mediterraneo e nei processi di coesione e di integrazione nell’Unione Europea.

Alla luce di quanto fino ad ora è stato realizzato, con quali strumenti funzioni servizi ed attività è stata attrezzata l’area vasta di vostro riferimento per gestire i processi e le dinamiche economiche, sociali e territoriali, nonché per affrontare le sfide della globalizzazione?


5) Efficacia ed efficienza – Aspetti politici

I consensi più ampi per la Pianificazione Strategica e per le Aree Vaste furono quelli di tipo politico, dal momento che i sottesi processi partecipativi a cui si doveva dar vita avrebbero generato nuovi spazi di democrazia; tutto ciò che era partecipazione, concertazione, cooperazione, inclusione, coesione, cittadinanza attiva, democrazia deliberativa, democrazia partecipativa, interesse pubblico e persino democrazia diretta, divenivano quasi all’improvviso facili, fattibili, possibili ed il relativo dibattito politico si sviluppò proprio nell’ottica di un ampissimo sostegno alla realizzazione, tanto delle Aree Vaste, quanto della Pianificazione strategica. Il nostro Partito, si diede anche il compito di seguire i processi e di partecipare alla progettazione di quel “nostro futuro”, cercando di esprimere da Sinistra le posizioni del cambiamento in atto nella nostra società, mettendo in moto tutte le risorse interne del Partito, con lo scopo di accompagnare questi processi con la costruzione ed il potenziamento del dialogo sociale, che partiva dall’analisi dei territori ed attraverso l’individuazione, prima, e l’intercettazione, poi, dei bisogni potesse sfociare nell’elaborazione di proposte che contengano risoluzioni ai problemi delle comunità e “visioni possibili” e praticabili di futuro, per il conseguimento degli scopi delle rispettive comunità locali.

Alla luce di quanto espresso dai partiti, quanto la progettualità di ogni Area Vasta possa dirsi corrispondente in termini di bisogni individuati, di problemi affrontati e di scopi da conseguire, delle rispettive comunità locali?
Pietro Perrucci