Personalmente non sono contrario all’eolico. Come ambientalista, credo che l’eolico possa diventare realmente una forma di energia alternativa e più pulita di quelle tradizionali, però credo anche che un giudizio vada dato dopo aver contestualizzato la creazione di un parco eolico, dal momento che questa forma alternativa di produzione di energia ha un forte impatto ambientale e visto anche il fatto che in altri paesi europei la produzione di energia eolica è stata un fallimento.
1. L’impatto ambientale dell’eolico è determinato dalla perdita di paesaggio naturale, dai rumori del roteare delle pale, dagli ultrasuoni non percepiti dagli uomini ma percepiti con fastidio dagli animali. È facile prevedere, dunque, una perdita di fauna da cui scaturirà anche una perdita di flora, in quanto verrà a mancare il contributo della fauna al ciclo vitale della flora. Gli aereogeneratori, oltre a rallentare l’azione delle correnti, creano dei piccoli campi magnetici e che pertanto non si potrà sostare vicino ad essi, perché quelle saranno aree soggette ad inquinamento elettromagnetico. Altra forma di impatto è data dalle voragini che si dovranno aprire nel suolo per l’impianto dei pali e la loro successiva cementificazione che potrà arrivare anche a 30 metri di profondità.
2. Nel frequentare un corso di perfezionamento all’Università di Urbino ho appreso da un esperto della D.G. Energia della Commissione europea che l’eolico non sta funzionando in altri paesi europei: in Germania, la nazione per eccellenza della tecnica, i grandi parchi eolici sono falliti perché creavano problemi “tecnici” a tutta la rete distributiva energetica per la non costante immissione dei volumi energia eolica prodotta (si spiega così perché la Germania ha deciso di non puntare più sulla grande produzione di energie da fonti alternative, ma sul risparmio energetico, attraverso la diffusione di piccoli impianti domestici ad energia termica e solare); in Olanda, facendo leva sull’esperienza tedesca, hanno puntato su parchi eolici più piccoli e il risultato è stato anch’esso fallimentare, nel senso che la produzione di energia ottenuta non è riuscita a ripagare gli investimenti effettuati. Badate bene che non sto parlando di un paese qualsiasi, ma dell’Olanda, ovvero la patria dei mulini a vento.
3. Nel caso del parco eolico gravinese, dal punto di vista dell’impatto ambientale la situazione è ancora più complessa. La sua localizzazione (nel mezzo tra la diga del Basentello, il Parco dell’Alta Murgia e l’area del bosco di Difesa Grande), ricade tra tre aree ad elevato valore ambientale (così come riconosciuto anche dalle molte leggi regionali, nazionali ed europee), ovvero vicino ad uno dei più importanti corridoi ecologici tracciati dalle linee migratorie di molte specie di uccelli che collegano l’Africa, il Mediterraneo ed il nord Europa, e che la stessa Regione Puglia ha voluto inserire nella rete ecologica europea Natura 2000.
4. Ma è soprattutto dalla comparazione di vantaggi e svantaggi che l’eolico gravinese non ha davvero nessuna ragione per dirsi conveniente; per la popolazione gravinese non ci sarà alcun vantaggio diretto perché essa continuerà a pagare regolarmente l’energia elettrica consumata; di conseguenza, le centrali elettriche pugliesi non ridurranno la produzione di energia ottenuta con la combustione di petrolio, carbone e gas, e quindi l’eolico non inciderà sulla riduzione delle immissioni inquinanti; in più, ho il sospetto che chi pagherà il costo del parco eolico saremo noi utenti, o sotto forma di aumento dei costi dell’energia elettrica, o tramite aumenti delle tasse.
5. A beneficiare dell’eolico saranno i proprietari dei terreni su cui si impianteranno i pali (che percepiranno 10.000-20.000 euro), gli uffici pubblici (scuole, ospedale, municipio, ecc… che non pagheranno l’energia elettrica) ed il comune di Gravina che percepirà delle notevoli somme di denaro. A tal proposito molteplici sono gli interrogativi che mi pongo: il comune di Gravina riceverà queste somme di denaro anche a titolo di indennizzo degli impatti recati dalle pale eoliche? In che modo saranno gestite queste somme di denaro? Perché la popolazione di Gravina (favorevole o contraria all’eolico) non è mai stata consultata a tal proposito, come invece dovrebbe esserlo visti gli obblighi imposti dalla legislazione sia nazionale che europea? Il comune di Gravina ha la necessaria copertura finanziaria per realizzare quest'opera? Forse si vuole creare un deficit di bilancio per poi farne motivo di costrizione nell’accettare il parco eolico?
7. Molti cittadini gravinesi non hanno ancora le risposte a queste domande e questo è un chiaro deficit di informazione, di comunicazione, di partecipazione, che può interpretarsi come un grave deficit di democrazia.
8. Concludo con due considerazioni di ordine personale: 1) saranno impiantati più di 100 pali dal costo di euro 1.200.000,00 cui si aggiungono euro 100.000,00 di opere accessorie, per un investimento complessivo di euro 130.000.000,00 (250 miliardi di vecchie lire), che svilupperanno un maggior carico di lavoro per qualche tecnico, ma non sarà creato nessun posto fisso di lavoro e questo, per una popolazione che ha 15.000 persone iscritte al locale Centro per l’Impiego, non è né accettabile, né sostenibile; 2) i problemi della nostra comunità saranno pure quelli dell’energia, ma ce ne sono degli altri che sono irrisolti da decenni ovvero, l’alto tasso di mortalità per cancro e tumori, l’elevato inquinamento da aerosol causato anche dal traffico intenso, la mancanza di sviluppo ed occupazione, la pessima condizione socio-lavorativa (dovuta al fatto che circa il 70% delle famiglie vive di un reddito prodotto al di fuori del suo ambito comunale) e la fortissima l’emigrazione giovanile ed intellettuale. Quindi, l'eolico, anzicché ridurre, va ad aumentare quel grave deficit di democrezia da sempre esistente nella nostra comunità, dal momento che ieri, come oggi, ancora nessuna forza politica ha mai affrontato e risolto seriamente questi problemi.
1. L’impatto ambientale dell’eolico è determinato dalla perdita di paesaggio naturale, dai rumori del roteare delle pale, dagli ultrasuoni non percepiti dagli uomini ma percepiti con fastidio dagli animali. È facile prevedere, dunque, una perdita di fauna da cui scaturirà anche una perdita di flora, in quanto verrà a mancare il contributo della fauna al ciclo vitale della flora. Gli aereogeneratori, oltre a rallentare l’azione delle correnti, creano dei piccoli campi magnetici e che pertanto non si potrà sostare vicino ad essi, perché quelle saranno aree soggette ad inquinamento elettromagnetico. Altra forma di impatto è data dalle voragini che si dovranno aprire nel suolo per l’impianto dei pali e la loro successiva cementificazione che potrà arrivare anche a 30 metri di profondità.
2. Nel frequentare un corso di perfezionamento all’Università di Urbino ho appreso da un esperto della D.G. Energia della Commissione europea che l’eolico non sta funzionando in altri paesi europei: in Germania, la nazione per eccellenza della tecnica, i grandi parchi eolici sono falliti perché creavano problemi “tecnici” a tutta la rete distributiva energetica per la non costante immissione dei volumi energia eolica prodotta (si spiega così perché la Germania ha deciso di non puntare più sulla grande produzione di energie da fonti alternative, ma sul risparmio energetico, attraverso la diffusione di piccoli impianti domestici ad energia termica e solare); in Olanda, facendo leva sull’esperienza tedesca, hanno puntato su parchi eolici più piccoli e il risultato è stato anch’esso fallimentare, nel senso che la produzione di energia ottenuta non è riuscita a ripagare gli investimenti effettuati. Badate bene che non sto parlando di un paese qualsiasi, ma dell’Olanda, ovvero la patria dei mulini a vento.
3. Nel caso del parco eolico gravinese, dal punto di vista dell’impatto ambientale la situazione è ancora più complessa. La sua localizzazione (nel mezzo tra la diga del Basentello, il Parco dell’Alta Murgia e l’area del bosco di Difesa Grande), ricade tra tre aree ad elevato valore ambientale (così come riconosciuto anche dalle molte leggi regionali, nazionali ed europee), ovvero vicino ad uno dei più importanti corridoi ecologici tracciati dalle linee migratorie di molte specie di uccelli che collegano l’Africa, il Mediterraneo ed il nord Europa, e che la stessa Regione Puglia ha voluto inserire nella rete ecologica europea Natura 2000.
4. Ma è soprattutto dalla comparazione di vantaggi e svantaggi che l’eolico gravinese non ha davvero nessuna ragione per dirsi conveniente; per la popolazione gravinese non ci sarà alcun vantaggio diretto perché essa continuerà a pagare regolarmente l’energia elettrica consumata; di conseguenza, le centrali elettriche pugliesi non ridurranno la produzione di energia ottenuta con la combustione di petrolio, carbone e gas, e quindi l’eolico non inciderà sulla riduzione delle immissioni inquinanti; in più, ho il sospetto che chi pagherà il costo del parco eolico saremo noi utenti, o sotto forma di aumento dei costi dell’energia elettrica, o tramite aumenti delle tasse.
5. A beneficiare dell’eolico saranno i proprietari dei terreni su cui si impianteranno i pali (che percepiranno 10.000-20.000 euro), gli uffici pubblici (scuole, ospedale, municipio, ecc… che non pagheranno l’energia elettrica) ed il comune di Gravina che percepirà delle notevoli somme di denaro. A tal proposito molteplici sono gli interrogativi che mi pongo: il comune di Gravina riceverà queste somme di denaro anche a titolo di indennizzo degli impatti recati dalle pale eoliche? In che modo saranno gestite queste somme di denaro? Perché la popolazione di Gravina (favorevole o contraria all’eolico) non è mai stata consultata a tal proposito, come invece dovrebbe esserlo visti gli obblighi imposti dalla legislazione sia nazionale che europea? Il comune di Gravina ha la necessaria copertura finanziaria per realizzare quest'opera? Forse si vuole creare un deficit di bilancio per poi farne motivo di costrizione nell’accettare il parco eolico?
7. Molti cittadini gravinesi non hanno ancora le risposte a queste domande e questo è un chiaro deficit di informazione, di comunicazione, di partecipazione, che può interpretarsi come un grave deficit di democrazia.
8. Concludo con due considerazioni di ordine personale: 1) saranno impiantati più di 100 pali dal costo di euro 1.200.000,00 cui si aggiungono euro 100.000,00 di opere accessorie, per un investimento complessivo di euro 130.000.000,00 (250 miliardi di vecchie lire), che svilupperanno un maggior carico di lavoro per qualche tecnico, ma non sarà creato nessun posto fisso di lavoro e questo, per una popolazione che ha 15.000 persone iscritte al locale Centro per l’Impiego, non è né accettabile, né sostenibile; 2) i problemi della nostra comunità saranno pure quelli dell’energia, ma ce ne sono degli altri che sono irrisolti da decenni ovvero, l’alto tasso di mortalità per cancro e tumori, l’elevato inquinamento da aerosol causato anche dal traffico intenso, la mancanza di sviluppo ed occupazione, la pessima condizione socio-lavorativa (dovuta al fatto che circa il 70% delle famiglie vive di un reddito prodotto al di fuori del suo ambito comunale) e la fortissima l’emigrazione giovanile ed intellettuale. Quindi, l'eolico, anzicché ridurre, va ad aumentare quel grave deficit di democrezia da sempre esistente nella nostra comunità, dal momento che ieri, come oggi, ancora nessuna forza politica ha mai affrontato e risolto seriamente questi problemi.