sabato 14 giugno 2008

7° Contributo al Piano Strategico di Area Vasta: “La Città Murgiana della Qualità del Benessere”

7° Contributo al Piano Strategico di Area Vasta: “La Città Murgiana della Qualità del Benessere”

La partecipazione bloccata

Nell’incontro del partenariato economico sociale dello scorso 12 giugno nell’ambito del Piano Strategico di Area Vasta “La città murgiana della qualità e del benessere” è stata appurata l’esistenza di una precisa volontà di non attivare gli strumenti della partecipazione, cioè quegli strumenti che, ripeto ancora una volta, debbono essere propri di questo processo di policy.

Sincerità per sincerità, sin dal primo incontro si era percepita la sensazione di essere in presenza di tentativi (a dire il vero neanche troppo velati) di fare “resistenza contro la partecipazione”, tant’è vero che tutti gli incontri del partenariato svoltisi finora, si sono contraddistinti sempre per un basso profilo e per una scarsa enfasi data a questo aspetto. Ma per tutto questo tempo, forse troppo tempo, non ho mai voluto credere ad una cosa del genere… fino a quando, però, in quest’ultimo incontro, il dito dietro il quale ci si nascondeva (ovvero, le giustificazioni ed i rinvii del responsabile unico del procedimento e del comitato scientifico, inerenti proprio la mancata attivazione di questi strumenti) è diventato così piccolo, che non poteva più coprire questo fatto gravissimo che pregiudica la trasparenza e la tracciabilità di tutto il processo di pianificazione strategica.

La partecipazione è bloccata perché,

- dopo sei mesi di attività e dopo otto incontri di partenariato, l’attività di pianificazione strategica è praticamente ferma al punto di partenza…, ad ogni incontro il responsabile unico del procedimento e il comitato scientifico ripropongono, di fatto, le stesse relazioni e gli stessi quadri di attività;
- del tutto ignorato è stato lo sviluppo di quelle tematiche inerenti lo “sviluppo condiviso” e la “inclusività”, nel senso che non si è mai fatto riferimento alla partecipazione intesa come possibilità che i cittadini partecipino attivamente e direttamente alle attività di concertazione e di negoziazione;
- non si sono mai voluti definire e contestualizzare i concetti di “governance”, “partnership”, di “networking”, “sostenibilità” ed “autosostenibilità”;
- non è mai stato elaborato un piano delle attività di pianificazione adeguato alle peculiarità del territorio e, di conseguenza, non è mai stato strutturato metodologicamente il processo di pianificazione strategica (AGENDA, STRUTTURAZIONE DEI PROBLEMI, FORMULAZIONE, PREVISIONE, ADOZIONE, RACCOMANDAZIONE, IMPLEMENTAZIONE, MONITORAGGIO, GIUDIZIO, VALUTAZIONE, ADATTAMENTO E ADEGUAMENTO);
- non si ha conoscenza di come vengano gestite ed attuate praticamente le fasi più importanti della pianificazione e della valutazione (ambientale) strategica CALENDARIO/DIARIO DELLE ATTIVITÁ, LA MAPPA DEGLI ATTORI E DEGLI STAKEHOLDER, IL CATALOGO E LE TIPOLOGIE DI DATI, IL SISTEMA INFORMATICO, LE AZIONI E LE ALTERNATIVE, LE CATENE CAUSA-EFFETTO, LE MODALITÁ DI ANALISI, LA VALUTAZIONE DI RISULTATI E DI SCELTE ALTERNATIVE, LA GESTIONE DEI CONFLITTI, DELLA NEGOZIAZIONE E DELLA CONCERTAZIONE);
- non si è mai voluto “istituzionalizzare” il confronto tra istituzioni, politica, società e mondo economico;
- non si è mai capita la metodologia di lavoro e, di conseguenza, non si è mai potuto capire a quale rigore metodologico ci si debba attenere;
- non sono stati ancora predisposti i tavoli tematici;
- mancano i piani della comunicazione interna ed esterna, sebbene questi siano stati più volte richiesti espressamente dal sottoscritto;
- non si conoscono i risultati delle analisi di contesto, né tanto meno la loro articolazione per ambito istituzionale, sociale ed economico, per tematiche della programmazione dei fondi strutturali e per indicazioni delle linee guida regionale delle 9 aree vaste pugliesi;
- a sei mesi dall’avvio del processo, non si è ancora tenuto un incontro espressamente diretto alla esplicitazione dei bisogni, delle esigenze, delle aspirazioni, delle tematiche, delle questioni e delle problematiche delle nostre comunità;
- non si è mai voluto rimediare alla carenza di specifiche figure professionali nel comitato tecnico e scientifico, quali facilitatori, animatori, esperti di processi di policy, sociologi, esperti di marketing territoriale, analisti statistico-economici, esperti di programmazione dello sviluppo socioeconomico locale, esperti di ecologia, di ambiente, di sostenibilità e conoscitori della realtà socioeconomica dei comuni dell’area vasta;
- ci si rifiuta palesemente di finalizzare la progettazione e la pianificazione verso obiettivi concreti di sviluppo socioeconomico e per questo ci si rifiuta di far riferimento alla “programmazione”;
- volutamente, si ignorano i reali problemi della nostra area vasta, che saranno pure quelli della qualità, del benessere dell’efficienza della competitività e dell’identità territoriale, ma che le nostre collettività percepiscono come: a) storica carenza di risorse e di materie prime del territorio murgiano; b) forte aumento dei bisogni delle collettività e conseguente aumento dello sfruttamento delle poche risorse qui esistenti; c) forti pressioni ed ampio degrado del patrimonio ambientale, paesaggistico, architettonico e storico, al punto da essere fortemente compromesso nelle sue possibilità di recupero, sempre a causa di questo forte sfruttamento; d) alto tasso di mortalità per cancro e tumori; e) elevata disoccupazione; f) forte tasso di emigrazione di forza lavoro giovanile ed altamente istruita; g) strutture di offerte di servizi alle famiglie ed alle imprese, insufficienti e di basso profilo; h) insufficiente dotazione strutturale ed infrastrutturale; i)…;
- non si conoscono ad oggi quali strategie intendono adottare i comuni della nostra area vasta per mettere a sistema le loro risorse e strutture e soprattutto, per cooperare sul piano interistituzionale con gli alti altri enti del nostro territorio, siano essi locali o nazionali;
- mancata attuazione di un “logfame di tipo strategico”, come quello che sinteticamente avevo proposto: 1) PARTECIPAZIONE E PARTNERSHIP ISTITUZIONALE, ECONOMICA E SOCIALE; 2) ESPLICITAZIONE DI PROBLEMI, BISOGNI, ESIGENZE, QUESTIONI, TEMATICHE; 3) INDIVIDUAZIONE DI OBIETTIVI GENERALI; 4) DEFINIZIONE DELLE AZIONI E DEGLI INTERVENTI IN FUNZIONE DEGLI OBIETTIVI; 5) PREDISPOSIZIONE DI INDICATORI PER IL MONITORAGGIO; 6) INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI OPERATIVI; 7) ESECUZIONE DELLE EVENTUALI VALUTAZIONI, REVISIONI ED ADATTAMENTI; 8) ARTICOLAZIONE DEI RISULTATI;
- i concetti di “qualità” e di “benessere” a cui si vuole ispirare la realizzazione della “Città Murgiana”, sono stati idealmente molto decantati, ma praticamente non ancora definiti e perciò si ignorano al momento tutti gli altri aspetti, sfide, obiettivi, strumenti, strategie e principi, connessi a questi due obiettivi.

Di fronte a tutti questi motivi che bloccano la partecipazione è naturale porsi alcune domande: chi ha interesse a bloccare la partecipazione? per quale motivo si vuole bloccare la partecipazione? esiste per caso un disegno oscuro prestabilito dalla “politica” e che per essere attuato si dovrà fare in modo che la partecipazione influisca negativamente sulla sua realizzazione? ed infine, perché chi è titolato a parlare di queste cose non vuole parlare?

Potendo individuare una precisa responsabilità di ciò, tanto nei confronti del responsabile unico del procedimento, ovvero colui che gestisce questo processo, quanto nei confronti di un comitato scientifico che è di fatto cieco, sordo e muto, verso tutte le proposte per favorire il più ampiamente possibile la partecipazione dei cittadini alla pianificazione strategica, io auspico quanto prima che si dimettano, anche perché credo che ci sia sicuramente un modo più proficuo di utilizzare i loro lauti compensi "per fare la pianificazione strategica" e non per “non fare la pianificazione strategica”.

Pietro Perrucci