mercoledì 13 luglio 2011

E' NATA LA SOCIONOMIA - SOCIONOMICS & SOCIONOMY - SOCIONOMIE - SOZIOMISCHEN

Dopo tanti anni di studi, ho il piacere di annunciarvi la nascita della SOCIONOMIA e con questo articolo ne rivendicherò per sempre la paternità.

Trattasi dell'evoluzione dell'economia che come scienza, una volta aver sostanziato il fallimento di fatto dello strumento del "mercato", ha perso definitivamente ogni credibilità teorica, metodologica e di risultati, e trova il suo punto di approdo (o se si vuole di ripiego) nella "socionomia".

In passato, per poter superare questa crisi teorica, di metodo e di risultati, l'economia aveva provato a riaccostarsi alle sue origini, ovvero alla sociologia, dando vita così alla "socioeconomia".

Tuttavia, il riavvicinarsi alla sociologia portò a conseguenze ancor più negative rispetto a quelle del fallimento dello strumento del mercato, conseguenze date dalla "eccessiva finanziarizzazione" di tutti i comportamenti umani, sia individuali che collettivi.

Sicché, l'eccessiva finanziarizzazione dei comportamenti sociali non ha mai permesso che la socioeconomia recuperasse fino in fondo quell'importante "valore etico" che Adam Smith, il padre della scienza economica, aveva tentato di dargli nella sua opera “Indagine sulla ricchezza delle nazioni” del 1776.

Questo fallimento, tuttavia, fu molto importante perché portò a delle conseguenze, portò cioè a stimolare l'analisi e la riflessione e quindi a concentrarsi sul fatto che la scienza economica, traendo origine dalla sociologia, è proprio in quest'ultimo ambito che debbono essere trovate le risposte ai fallimenti dell'economia.

Quindi, almeno da un punto di vista teorico, si tornò a riflettere sul primato della sociologia rispetto all'economia. Era risaputo, infatti, che ciò che fece dell'economia una scienza fu l'aver conferito ai comportamenti umani una valenza monetaria, finanziaria, commerciale e quindi economica, nel momento stesso in cui questi comportamenti, pur nel loro egoismo-edonismo in cui si generavano, finivano comunque per soddisfare bisogni e necessità degli individui e delle loro comunità, ovvero finivano per essere condivisi da parte di tutti, al punto che tutti accettavano che si potesse produrre, vendere, acquistare, pagare, scambiare, risparmiare, finanziare, investire, ecc...

Però, nel suo tornare alla sociologia, l'economia non ha più potuto accettare come unico meccanismo di regolamentazione dei rapporti economici il mercato, dal momento che a causa della sua artificiosità era diventato strumento non già di produzione di ricchezza e di benessere, ma strumento divoratore di risorse fisiche ed umane, strumento di controllo socio-politico, l'unico strumento di regolamentazione non solo dei rapporti economici ma anche di quelli sociali, politici, giuridici, civili, morali, etici, e quindi era, in ultima sintesi, il fine e lo strumento di sé stesso.

Pertanto, una volta che l'economia tornò alla sociologia, non poté più fare a meno di considerare il mercato come suo punto di riferimento. Anzi, se valenza economica (e quindi di mercato) ci dev'essere nei comportamenti umani, è necessario anzitutto che i comportamenti umani abbiano tutti un precedente e fortissimo valore etico, dato dal fatto di essere realmente diretti alla soddisfazione di bisogni e quindi dal fatto di essere condivisi "culturalmente, socialmente e politicamente" da tutti.

Cosìcché, una volta accettato e stabilito che il centro dei rapporti umani non è più il mercato ma il loro valore etico, l'economia ha ceduto il passo alla sociologia, e così non oggi esiste più l'economia ma c'è la SOCIONOMIA, ovvero "la scienza che si pone come obiettivo quello di sottrarre l'economia alle artificiose coseguenze cui l'ha portata il mercato, per riportarla nel suo alveo naturale della sociologia".



Pietro Perrucci