domenica 26 dicembre 2010

Progetto CAPIRe.

A tutti quanti operano nel Progetto CAPIRe.

Sono un valutatore alle prese con la quarta esperienza formativa nell'ambito della valutazione e del monitoraggio di piani, politiche, programmi e progetti, e vorrei ringraziare tutti Voi per avermi dato l'opportunità di partecipare al primo Convegno CAPIRe “Verso una nuova funzione di controllo delle Assemblee regionali: valutare le politiche per migliorare l'attuazione delle leggi”.

Credo, infatti, che questo convegno non sia stato soltanto una grande opportunità per fare il punto della situazione e quindi per definire “lo stato dell'arte” di tutte le esperienze in atto; penso, invece, che sia stata soprattutto una occasione per comunicare a tutti quanti operano nell'ambito della valutazione la volontà di un importante mutamento culturale che, contrariamente a quanto accaduto fino oggi, parte dall'interno delle istituzioni (in questo caso regionali) e non dall'esterno.

Al tempo stesso, non posso fare a meno di evidenziare, come il Vostro impegno rappresenti nel panorama italiano una realtà nuova e ricca di prospettive, e che pertanto sono sicuro che quello che si è tenuto a Matera il 25 e 26 giugno scorso, altro non è che il punto di partenza di un lunga e proficua attività.

Anche in funzione di ciò, è mia fortissima convinzione che si debba pensare già ad un secondo convegno, in cui trattare (magari) delle metodologie e degli strumenti di valutazione delle politiche regionali, facendo ricorso anche ad esperienze più consolidate del panorama internazionale.

E sotto questo aspetto, mi piacerebbe avere maggiori notizie sulla Vostra attività di studio e ricerca, in merito al disegno, alla valutazione ed al monitoraggio delle politiche pubbliche.

Certo di farvi cosa gradita, chiedo atresì di essere informato delle Vostre iniziative, utilizzando il medesimo indirizzo email sopra riportato.

Nel ringraziarvi dell'attenzione e del tempo concessomi, Vi saluto cordialmente.

Pietro Perrucci

martedì 14 dicembre 2010

S.A.C. L'ultima schifezza

Carissimi compagni, carissimi amici,

vi scrivo per rassicurare tutti Voi che il mio impegno contro lo schifo della pianificazione strategica non è mai venuto meno. E' vero che forse è meno evidente rispetto al passato ma non potevo continuarmela a prendere con persone che di pianificazione strategica non hanno mai saputo niente... sarebbe stato come sparare sulla Croce Rossa... Ho solo cambiato stategia, facendo in modo che la mia azione fosse innanzitutto più efficace e più condivisa da chi è competente e poi, soprattutto, facendo in modo che la mia azione raccogliesse quei consensi che purtroppo, e ripeto, purtroppo, non ho trovato ancora oggi tra gli amici ed i compagni, pur essendo questi consapevoli dello schifo combinato a Gravina.

Per cui vi voglio tranquillizzare tutti: io continuerò a lottare fino alla fine delle mie forze contro la Pianificazione Strategica e contro tutti gli altri processi di programmazione del territorio gestiti dal raccordo micidiale "amministrazione-burocrazia-politica-potere".

A tal proposito, vi invito a prendere posizione, e se volete a combattere con me nella seconda puntata di questo schifo che si chiama, vi piaccia o no, Sistemi Ambientali e Culturali.

Vi voglio bene, Pietro Perrucci

sabato 11 dicembre 2010

"CUL DE S.A.C.", ovvero realizzare fin in fondo i Sistemi Ambientali e Culturali

Ci sono almeno sei fattori che hanno non stanno consentendo ai Sistemi Ambientali e Culturali una loro istituzione appropriata. Il rischio maggiore collegato all’agire di questi fattori, però, non è tanto quello di veder realizzati S.A.C. inadeguati ed impropri rispetto alle caratteristiche del territorio, quanto quello per la Regione Puglia di ripercorrere per la seconda volta l’esperienza fallimentare della pianificazione strategica di Area Vasta. Tali fattori sono:

- il Piano Pluriennale di Attuazione (P.P.A.) pone almeno 4 macro-obiettivi che sono tutti molto ambiziosi e cioè troppo grandi alle risorse stanziate ed alle possibilità degli stessi territori (sviluppo turistico, sviluppo socioeconomico locale, cooperazione territoriale internazionale e sostenibilità) e che quindi non possono essere conseguiti semplicemente con le due sole Azioni 4.2.2 e 4.4.2 del FESR;
- il bando per la manifestazione di interesse sui S.A.C. non viene tagliato su questi 4 macro-obiettivi. Tutti i documenti che sono parte integrante di questo bando insistono sulla integrazione delle risorse culturali ed ambientali e sul conseguimento del solo obiettivo della sostenibilità, ma purtroppo nulla si dice sul come questi due tipi di risorse debbono trasformarsi in sviluppo turistico, sviluppo socioeconomico locale e cooperazione territoriale internazionale;
- i vari contesti territoriali, dal loro canto, presentano dinamiche macroeconomiche e microsociali del tutto diverse e quindi del tutto inadeguate a sviluppare processi come quelli del S.A.C.; è emblematico, a tal proposito, che si sia voluto che fossero i Comuni a decidere/definire l’area del S.A.C. e ad integrare i loro beni ambientali e culturali, trascurando di coinvolgere in questo processo decisionale anche gli altri soggetti diversi dai Comuni che però sono ugulamente proprietari e/o gestori di beni ambientali e culturali;
- la Regione Puglia, dal canto suo, anche con i S.A.C., continua ad intervenire sul territorio solo con procedimenti amministrativi quando, invece, per l’utilizzo delle risorse comunitarie si devono utilizzare i "processi di policy", di cui i procedimenti amministrativi, ne sono solo una parte. Le conseguenze, pertanto, sono la farraginosità ed il rallentamento dell’impiego delle risorse comunitarie, e quindi il rischio che ad effettuare le scelte sarà, ancora una volta, quel raccordo di potere amministrazione-burocrazia-politica e non gli attori reali di questo processo;
- i sindaci dei vari comuni non hanno condiviso questo tipo di bando perché a loro non interessava per davvero avviare la gestione dei beni ambientali e culturali; in quanto privi di risorse proprie (per via del "Patto di Stabilità"), loro sarebbero stati molto più interessati ad utilizzare queste risorse per effettuare più interventi di recupero e quindi interventi di tipo strutturale, materiale, invece che gestionali ed immateriali;
- la lotta impari tra funzionari regionali e i consulenti, questa volta non si è disputata; i primi, attraverso un artifizio del diritto amministrativo, hanno opportunamente evitato di condiderare i secondi nel bando, e ciò malgrado il fatto che il P.P.A. Asse IV rende eligibili le spese di consulenza sulle azioni 4.4.2 e 4.2.2; i secondi, dal loro canto, hanno comunque ricevuto rassicurazioni dalla politica che in qualche maniera sarebbero entrati in gioco, magari a fianco di una qualche istituzione di ricerca e di studio, a sua volta fortemente sponsorizzata dai partiti e dalla politica.

Ma oltre a questi sei fattori, l’aspetto più inappropriato di tutta la realizzazione dei S.A.C. resta ancora una volta la metodologia del lavoro proposto. In linea generale, si può dire che mentre il bando insiste prevalentemente sulla necessità di integrare i beni culturali con i beni ambientali, lo stesso bando non dà alcuna indicazione di come questo debba avvenire, non consentendo ai partenariati di progettare sui problemi, sui bisogni e questioni reali, concrete, e costringendoli ad inventarsi un’idea-forza, ad immaginarsi una strategia e quindi ad elaborare su questi due elementi "fumosi ed astratti" e "per nulla contestuali", tutti i documenti di progettazione dei S.A.C. (Protocollo d’intesa, la Proposta di valorizzazione e di gestione integrata, il Piano integrato di valorizzazione e di gestione, il Programma gestionale).

Ma l’aspetto più inappropriato di tutta la progettazione dei S.A.C. resta ancora una volta la mancanza di una metodologia del lavoro proposto. Si può dire, infatti, che il quadro generale vede, sostanzialmente, il bando insistere prevalentemente sulla necessità di integrare i beni culturali con i beni ambientali, senza che questo dia alcuna indicazione di come questo debba praticamente avvenire. La mancanza di una metodologia non sta consentendo ai partenariati di progettare sui problemi reali, sui bisogni autentici e sulle questioni che sono ancora aperte, ma li sta costringendo ad inventarsi un’idea-forza, ad immaginarsi una strategia e quindi, ad elaborare interventi su elementi "fumosi, astratti e per nulla contestuali" tutti i documenti di progettazione dei S.A.C. (Protocollo d’intesa, la Proposta di valorizzazione e di gestione integrata, il Piano integrato di valorizzazione e di gestione, il Programma gestionale). In altre parole, mancano ai partenariati quelle modalità attraverso cui i beni ambientali e i beni culturali debbono essere messi a sistema per poter conseguire quegli obiettivi ambiziosi individuati dal P.P.A. (che ripeto ancora una volta sono sviluppo turistico, sviluppo socioeconomico locale, cooperazione territoriale internazionale e sostenibilità). Il tutto, poi, nella grave situazione di aver escluso conoscenza e competenze che purtroppo, in quanto rare, sono politicamente non gestibili/non manovrabili.

Da un punto di vista metodologico, un possibile ed adeguato percorso operativo lo si sarebbe potuto impostare anche in 3 punti soltanto.
1) Il punto di partenza doveva essere "l’inclusione degli enti proprietari e gestori non comunali nella definizione dei S.A.C." proprio per creare quella base comune di conoscenza nelle analisi dei vari contesti territoriali che aspiravano a diventare dei Sistemi Ambientali e Culturali.
2) Il secondo step di questo percorso doveva essere rappresentato dall'analisi dei problemi che affliggono i beni ambientali e culturali della nostra Regione, dall'analisi dei bisogni degli enti proprietari e/o di gestione dei beni ambientali e dall'analisi di quelle questioni aperte che da sempre vedono fallire, sistematicamente, ogni politica di intervento in questi due settori. Queste "analisi" averebbero permesso non solo di intervenire sulle cause e sugli effetti di tutte le precedenti disfunzioni nei settori dell'ambiente, della cultura e del turismo, ma avrebbero offerto numerosi elementi reali/concreti per elaborare l’idea-forza e la strategia che, a loro volta, sarebbero state fortemente tagliate, sia sulle esigenze dei territori, sia sui 4 macro-obiettivi del bando. Pertanto, in ogni contesto territoriale, il S.A.C. si sarebbe configurato al tempo stesso come la giusta soluzione ai problemi che affliggono i beni culturali e ambientali, il mezzo più adeguato per la soddisfazione di quei bisogni degli enti proprietari e gestori dei beni ambientali e culturali, e la risposta più efficace per chiudere quelle questioni aperte da molto tempo e che (come detto prima) fanno fallire tutte le politiche e tutti gli interventi in questi settori.
3) Il terzo step sarebbe dovuto essere il collegamento della strategia all’idea-forza. In questa fase ci sarebbe stato bisogno di "definire sui territori dei S.A.C. i cosiddetti obiettivi intermedi e/o operativi" che ci ha fornito il bando e che corrispondevano essenzialmente al Partenariato, Integrazione, Fruizione, Valorizzazione, Attrattività, Promozione, Gestione/Management, Sostenibilità/Feedback. In questo ambito, un punto rilevante sarebbe stato il taglio di questi obiettivi intermedi sulle singole attività definite eligibili dalle Azioni 4.4.2 e 4.2.2 del P.O. FESR Regione Puglia 2007-2013; in questo modo, gli obiettivi intermedi sarebbero stati profondamente dettagliati non solo da un punto di vista operativo, ma anche da un punto di vista pragmatico, funzionale e, se vogliamo, anche da un punto di vista gestionale per la maggior efficacia e la maggior efficienza che si sarebbe povuta dare all’impiego delle risorse finanziarie, così come richiesto dal bando dei S.A.C.

Però, come potete immaginare, quello che vi ho appena evidenziato sulla metodologia, ovviamente, non sarà mai fatto; il perché sta nel fatto che tutto ciò che è appropriato da un punto di vista metodologico, purtroppo, non risponde a quella logica del consenso e del potere del raccordo "amministrazione-burocrazia-politica". Però questa volta, a differenza dei Piani Strategici di Area Vasta, sono riuscito ad individuare alcuni dei personaggi che possono essere i responsabili/protagonisti di questo sicuro fallimento. Si tratta di personaggi talmente fantasmagorici che i loro nomi veri non direbbero niente ed è per questo che li indico con i nomi che secondo me risultano più appropriati:

- Trimoncino
- Mest Rokk d Valenzen
- la Z.P.S.
- la Suora Spogliata
- Feun & Feun
- Cacchettina Ina-ina-ina & Mongimi
- la Pietro Mennea degli ottanta chilometri
- Che Mi Sono Sposata a Fare
- il Sessantanove Mancato
- la Licia Colò dei poveretti
- la Topolina Gnaft & la Topolina Gnoft
- Come Lisa Simpson
- Faccio Ridere Meno di Luciano Salce
- Camomilla & Papavero
- Ero Raccomandata Ho Vinto il Concorso e Sono Felicissima
- Il Silenzio degli Innocenti
- e tanti altri personaggi ancora che spero presto di dimenticare e di non incontrare mai più.

Rileverò questi nomi ai soli diretti interessati quando e se avranno il coraggio di chiedermelo.

Pietro Perrucci

giovedì 9 dicembre 2010

S.A.C. VALORIES, ovvero la colpa di Pietro

L’idea forza tra “turismo esperienzale e albergo diffuso”

I sistemi Ambientali e Culturali, oltre a contemplare la messa in rete di elementi ambientali e culturali, prevedono per espressa definizione della Linea 4.2 (cui fanno riferimento le due azioni 4.2.2 e 4.4.2 del P.O. FESR Regione Puglia 2007-2013) una loro utilizzazione finalizzata allo sviluppo del turismo. Dall’analisi di questo contesto territoriale è emersa dunque la possibilità di realizzare/istituire un Sistema Ambientale e Culturale, che prevede di “integrare le attività scientifico-culturali” svolte dai diversi istituti di ricerca, di formazione, di cooperazione e d’istruzione universitaria qui esistenti (Innovapuglia, Istituto Agronomico del Mediterraneo, Istituto Oceanografico del Consiglio Nazionale delle Ricerche, CARSO Istituto per la ricerca sul cancro, l’Autorità di Bacino, Facoltà di Veterinaria dell’Università degli Studi Aldo Moro, Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione ed altri istituti di minor importanza), con il “sistema delle lame” che si presenta essere molto interessante per la sua carica di biodiversità. Per questi due elementi, questo Sistema Ambientale e Culturale si predispone ad una forma di turismo che l’ENIT (Ente nazionale per il turismo) chiama “turismo esperienzale”. Tale formula di turismo consiste essenzialmente nella fornitura di servizi di alloggio, di ristoro, per il tempo libero e di altri servizi alla persona, per periodi più o meno lunghi di permanenza e risulta perciò essere molto appropriata per questo territorio, visto che le attività scientifico-culturali che qui vi sono insediate rappresentano nel loro complesso, una fonte di “forte di domanda potenziale di turismo esperienzale” espressa essenzialmente da studenti, ricercatori, formatori, personale amministrativo e quant’altri frequentano questi istituti per le diverse attività che qui si svolgono. Si tratta, dunque, di una domanda che può facilmente soddisfarsi attraverso un sistema di “ricettività diffusa”, basato sulla fornitura di alloggi e servizi, da connettere tra loro, che sono già disponibili nei comuni coinvolti in questo S.A.C., soprattutto nelle zone dei centri storici e delle periferie. Questo sistema di recettività diffusa, abbinato alla formula di turismo esperienzale, renderebbe possibile sviluppare un turismo che è abbastanza innovativo per questo territorio, che è al tempo stesso altamente sostenibile in quanto meno invasivo rispetto alle altre formule di turismo che sono più tradizionali, che risponde molto bene alle logiche della destagionalizzazione (i flussi si concentrerebbero essenzialmente durante i periodi autunnali ed invernali, notoriamente a più bassa presenza turistica) e in più, è un tipo di turismo che si può soddisfare con la formula dell’albergo diffuso, che vedrebbe non già la costruzione ex-novo di strutture recettive, bensì la messa a sistema di case ed alloggi non più occupati. La ricaduta socioeconomica di questo intervento può essere notevole, non solo in termini di economia turistica, ma anche in termini di sviluppo socioeconomico generale, in termini di cooperazione territoriale internazionale, in termini di sostenibilità e soprattutto in termini di “azioni e attività sinergiche” che si possono sviluppare tra i diversi istituti di ricerca qui presenti e ed i Comuni del S.A.C., nei settori dell’ambiente, della cultura e della ricerca scientifica (a tal proposito, vale la pena ricordare che esistono al momento campi sperimentali come quello già avviato della Facoltà di Agraria – Università di Bari, nel comune di Valenzano). Inoltre, questa formula di turismo può integrarsi molto bene con altre formule di turismo più tradizionali e che sono da consolidare in questo Sistema Ambientale e Culturale, e cioè quella del “turismo religioso”, quella del “turismo enogastronomico”, quella delle “attività artistiche, degli spettacoli e delle tradizioni locali”, quella del “turismo di ritorno” (legato ai fenomeni dell’emigrazione ed, oggi, anche a quelli della immigrazione) ed infine, quella del “turismo ambientale ed ecosostenibile” per via delle presenza di aree naturali del “sistema delle lame” (Lama di San Giorgio, Lama Giotta Mosca, ecc…). Da un punto di vista strategico, poi, occorre tener presente che questa idea forza (turismo esperenziale e albergo diffuso) dà la possibilità a questo territorio di godere di una sorta di “vantaggio competitivo”, sia per il fatto di non poter essere facilmente ripetuta in altri S.A.C. pugliesi, sia per il fatto che le attività culturali e scientifiche di quei istituti di ricerca potranno essere determinanti nel garantire nel tempo la ricaduta di impatti positivi, non solo sul turismo, ma su tutto il sistema socioeconomico coinvolto nel S.A.C. Perciò, rispetto a questa idea forza, è altresì importante che l’attuale partenariato possa contare anche sugli stessi istituti di ricerca che, come partner, potrebbero svolgere un ruolo attivo sia nell’ambito dell’Organismo decisionale, sia nella compagine del Soggetto Gestionale.

Strategia

La strategia possibile per questo Sistema Ambientale e Culturale è stata elaborata a diversi livelli, ovvero sulle due azioni 4.2.2 e 4.4.2 del P.O. FESR Regione Puglia 2007-2013, su ognuno dei macro-obiettivi individuati dal P.P.A. che sono sviluppo turistico, sviluppo socioeconomico locale, cooperazione territoriale internazionale e sostenibilità, ed infine sugli obiettivi intermedi che pure debbono essere parte integrante della strategia.

Azione 4.4.2 - Promozione e valorizzazione del patrimonio naturale del sistema regionale per la Conservazione della Natura a fini turistici

A. Redazione di una Carta di qualità per la ricettività diffusa. Finanziamento di interventi di sensibilizzazione e divulgazione ai fini della adesione alla Carta di qualità.

B. Promozione di prodotti/territori di qualità (attraverso strumenti come la Carta della Qualità Sostenibile) per produzioni agroalimentari rivenienti dai siti della Rete Natura 2000 e/o dalle Aree Protette (filiere di prodotti di agricoltura biologica, aziende artigianali legate alle identità locali, ecc…).

C. Azioni volte ad elevare gli standard di prodotto (produzioni agroalimentari) e di servizio (ricettività e ospitalità diffusa) attraverso la creazione di Carte/marchi di qualità (sul modello della Carta del turismo sostenibile).

D. Realizzazione e promozione di marchi di qualità in Aree Parco, sia per quanto attiene alla ricettività e ospitalità diffusa che all’offerta di prodotto (Parco di Lama San Giorgio, come da L.R. n. 19/1997).

E. Produzione e diffusione di materiali informativi, didattici e divulgativi, di attività tecnico-scientifiche e di ricerca, ivi compresi programmi ed iniziative di comunicazione, informazione ed educazione ambientale, anche finalizzate alla messa in rete di risorse locali e alla promozione di percorsi/itinerari di fruizione.

F. Azioni di messa in rete e di supporto agli Enti Parco nella predisposizione di servizi materiali e immateriali a sostegno del territorio e della sua valorizzazione; costruzione di siti web dedicati, finalizzati ad una migliore gestione (rilascio di autorizzazioni e nulla osta, con cartografia tecnica e divulgativa, studi ed indagini conoscitive, costruzione di sistemi di controllo e gestione normativa, buone pratiche) o alla valorizzazione turistica dei territori protetti.

Azione 4.2.2 - Azioni di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale in grado di

mobilitare significativi flussi di visitatori e turisti di cui sia valutata la domanda

potenziale, anche ai fini di destagionalizzazione dei flussi di visita, dell’allungamento della stagione e di una maggiore attrazione di differenti segmenti di domanda.

A. Interventi di promozione e messa in rete dei sistemi culturali del territorio.

A.1 interventi di costituzione o consolidamento di reti ed itinerari territoriali di offerta culturale;

A.2 in progetti di valorizzazione e gestione innovativa dei sistemi di beni culturali presenti nel territorio;

A.3 analisi, studi, ricerche ed indagini preliminari di fattibilità (in ambito A.2);

A.4 potenziamento dell’offerta di servizi culturali, creazione di produzioni multimediali (in ambito A.2);

A.5 analisi e studi per la valorizzazione di beni ed itinerari, ecc… (in ambito A.2);

A.6 azioni di integrazione funzionale tra beni culturali presenti nel territorio;

A.7 lo sviluppo e l’implementazione di processi innovativi di integrazione, anche attraverso l’adozione di tecnologie avanzate;

A.8 la realizzazione di specifici processi di integrazione gestionale,

A.9 la realizzazione di progetti pilota per la promozione di reti “culturali” avanzate;

A.10 la fattibilità di processi avanzati di integrazione nell’ambito dell’intera filiera regionale della cultura.

Sviluppo turistico

Le attività scientifico-culturali di codesti istituti, oltre ad essere oggetto specifico delle due azioni P.O. FESR di riferimento per i S.A.C., sono in sé attività fortemente attrattive di questi luoghi, che in tal modo, oltre alla ospitalità e ad una facile connessione alle reti di trasporto, possono offrire opportunità per la sperimentazione di nuovi modelli di impresa turistica (ovviamente tagliati sulla formula del turismo esperienzale) utilizzando quel sapere o quei saperi qui disponibili.

Sviluppo socioeconomico locale

Le attività culturali di questi istituti sono anche attività ad elevato valore aggiunto e la loro implementazione nell’ambito del S.A.C. può determinare un nuovo ed ulteriore impulso all’offerta di beni e servizi di altri settori economici strategici per questo territorio. Immaginare, quindi, un sistema basato su Ricerca e Innovazione, oltre a Turismo Culturale, Turismo Ambientale, Artigianato artistico, Enogastronomia di qualità, ed altri ancora, rende altresì possibile immaginare ricadute per tutto il sistema economico locale, in termini di nuova impresa e di “nuovi posti di lavoro”. L’impulso del Sistema Ambientale e Culturale, dunque, finirebbe così per generare effetti connotabili come “sviluppo endogeno” che, fruendo a sua volta anche di un considerevole “vantaggio localizzativo” del S.A.C. (centrale sia rispetto alla Provincia di Bari, sia rispetto a tutta la Regione Puglia), potrà ulteriormente incrementare quelle ricadute in termini sviluppo endogeno, di nuova impresa e in termini di nuovi posti di lavoro. Il tutto senza trascurare gli effetti e le opportunità offerte dal S.A.C. nel razionalizzare e qualificare l’offerta di quelle formule turistiche più tradizionali che, come si sa, sono pure presenti in questo territorio.

Cooperazione Territoriale Internazionale

Il territorio dei questo SAC presenta una forte vocazione alla cooperazione territoriale internazionale. Su tutto, il territorio fa prevalere il fatto che quasi tutte le attività scientifico-culturali degli istituti di ricerca qui esistenti hanno una valenza fortemente internazionale. A ciò si aggiunge il fatto che esiste anche un rilevante attivismo civico, fatto di organismi associativi che operano nel settore del “non-profit”, che supera in un certo qual modo la questione centrale e conflittuale per la cooperazione del rapporto tra Locale/Globale ed offre supporto, sostegno, opportunità e risorse a tutto ciò che c’è di extraterritoriale.

Sostenibilità

In una strategia come quella del SAC vi sono due diversi obiettivi che sostanziano il concetto di sostenibilità: il primo, un po’ più immediato, che è quello che richiama l’idea di ecocompatibilità, di sensibilità e di identità, che nel nostro contesto è strettamente connesso la religione e la fede; e il secondo, un po’ meno immediato del primo, che vede nella sostenibilità la possibilità che si possano realizzare visioni che contemplano la ricaduta di effetti positivi nel lungo periodo, magari in un ambiente sicuramente più organizzato di quanto non lo sia ora. Ebbene, per tutte le risorse materiali e soprattutto immateriali che possono essere messe a sistema in questo S.A.C., è qui possibile conseguire entrambi i due obiettivi che sostanziano il concetto di sostenibilità.

Obiettivi intermedi

In una strategia finalizzata allo sviluppo turistico, così come emerge dalla linea 4.2 del P.O. FESR Regione Puglia 2007-2013, si deve necessariamente partire dai bisogni, dai problemi e dalle questioni aperte di un territorio, per poi arrivare al conseguimento dei quattro macro-obiettivi sopra evidenziati, attraverso uno strumento complesso come quello del S.A.C. Pertanto, in un processo così schematizzato non si può prescindere dal contemplare nella tutta una serie di obiettivi intermedi e/o operativi, di cui di dovrà necessariamente tener conto nel Programma Gestionale. Per questo territorio, gli obiettivi intermedi che al momento si sono individuati sono:

- Partenariato

- Integrazione

- Fruizione

- Valorizzazione

- Attrattività

- Promozione

- Gestione/Management

- Sostenibilità/Feedback

Nome del SAC

Ragionando essenzialmente sui 4 macro-obiettivi del P.P.A. e ordinando le parole che sono state scritte per ciascuno di essi è possibile ottenere la parola “VALORIES”, anagrammata in modo diverso per ognuno dei 4 macro-obiettivi:

TURISMO

Valenze

Attrattività

Luoghi

Ospitalità

Reti

Impresa turistica

Esperenzialità

Sapere & Saperi

SVILUPPO

Valore

Artigianato

Lavoro

Offerta

Ricerca

Innovazione

Enogastronomia

Sviluppo endogeno

COOPERAZIONE

Vocazione

Attivismo

Locale/Globale

Opportunità

Risorse

Internazionalità

Extraterritorialità

Supporto/Sostegno

SOSTENIBILITÀ

Visioni

Ambiente

Lungo periodo

Organizzazione

Religione

Identità

Ecocompatibilità

Sensibilità

Per questo è possibile attribuire al S.A.C. il “titolo spot” di “V.A.L.O.R.I.E.S.”, che potrebbe essere anche un titolo facile da ricordare, qualificante del territorio e opportunamente utilizzabile nell’ambito della futura ed eventuale commercializzazione turistica di un eventuale “marchio del territorio”.

S.A.C.

V

A

L

O

R

I

E

S

TURISMO

Valenze

Attrattività

Luoghi

Ospitalità

Reti

Impresa turistica

Esperenzialità

Sapere & Saperi

SVILUPPO

Valore

Artigianato

Lavoro

Offerta

Ricerca

Innovazione

Enogastronomia

Sviluppo endogeno

COOPERAZIONE

Vocazione

Attivismo

Locale/Globale

Opportunità

Risorse

Internazionalità

Extraterritorialità

Supporto/Sostegno

SOSTENIBILITÀ

Visioni

Ambiente

Lungo periodo

Organizzazione

Religione

Identità

Ecocompatibilità

Sensibilità

domenica 5 dicembre 2010

S.A.C. Dettaglio delle Azioni 4.4.2 e 4.2.2 del PPA Asse IV PO FESR 2007-2013 Regione Puglia

Provo a specificare meglio le attività eligibili a finanziamento sulle azioni 4.4.2 e soprattutto 4.2.2.

Azione 4.4.2 - Promozione e valorizzazione del patrimonio naturale del sistema regionale per la Conservazione della Natura a fini turistici

A. Redazione di una Carta di qualità per la ricettività diffusa. Finanziamento di interventi di sensibilizzazione e divulgazione ai fini della adesione alla Carta di qualità.
B. Promozione di prodotti/territori di qualità (attraverso strumenti come la Carta della Qualità Sostenibile) per produzioni agroalimentari rivenienti dai siti della Rete Natura 2000 e/o dalle Aree Protette (filiere di prodotti di agricoltura biologica, aziende artigianali legate alle identità locali, ecc…).
C. Azioni volte ad elevare gli standard di prodotto (produzioni agroalimentari) e di servizio (ricettività e ospitalità diffusa) attraverso la creazione di Carte/marchi di qualità (sul modello della Carta del turismo sostenibile).
D. Realizzazione e promozione di marchi di qualità in Aree Parco, sia per quanto attiene alla ricettività e ospitalità diffusa che all’offerta di prodotto.
E. Produzione e diffusione di materiali informativi, didattici e divulgativi, di attività tecnico-scientifiche e di ricerca, ivi compresi programmi ed iniziative di comunicazione, informazione ed educazione ambientale, anche finalizzate alla messa in rete di risorse locali e alla promozione di percorsi/itinerari di fruizione.
F. Azioni di messa in rete e di supporto agli Enti Parco nella predisposizione di servizi materiali e immateriali a sostegno del territorio e della sua valorizzazione; costruzione di siti web dedicati, finalizzati ad una migliore gestione (rilascio di autorizzazioni e nulla osta, con cartografia tecnica e divulgativa, studi ed indagini conoscitive, costruzione di sistemi di controllo e gestione normativa, buone pratiche) o alla valorizzazione turistica dei territori protetti.

Azione 4.2.2 - Azioni di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale in grado di mobilitare significativi flussi di visitatori e turisti di cui sia valutata la domanda potenziale, anche ai fini di destagionalizzazione dei flussi di visita, dell’allungamento della stagione e di una maggiore attrazione di differenti segmenti di domanda. Interventi di promozione e messa in rete dei sistemi culturali del territorio.

A.1 interventi di costituzione o consolidamento di reti ed itinerari territoriali di offerta culturale;

A.2 in progetti di valorizzazione e gestione innovativa dei sistemi di beni culturali presenti nel territorio;

A.3 analisi, studi, ricerche ed indagini preliminari di fattibilità (in ambito A.2);

A.4 potenziamento dell’offerta di servizi culturali, creazione di produzioni multimediali (in ambito A.2);

A.5 analisi e studi per la valorizzazione di beni ed itinerari, etc… (in ambito A.2);

A.6 azioni di integrazione funzionale tra beni culturali presenti nel territorio;

A.7 lo sviluppo e l’implementazione di processi innovativi di integrazione, anche attraverso l’adozione di tecnologie avanzate;

A.8 la realizzazione di specifici processi di integrazione gestionale,

A.9 la realizzazione di progetti pilota per la promozione di reti "culturali" avanzate;

A.10 la fattibilità di processi avanzati di integrazione nell’ambito dell’intera filiera regionale della cultura.