mercoledì 26 gennaio 2011

Piano Straordinario per il Lavoro 2011 – Regione Puglia

Ciò che è stato presentato come "Piano Straordinario per il Lavoro" non ha in sé gli elementi necessari per potersi definire un "piano per il Lavoro", né un piano "straordinario" per il Lavoro e neanche un "piano" sotto l’aspetto metodologico e più stretto del termine.

Non lo si può definire un "Piano per il Lavoro" perché non affronta "direttamente" la questione dell’occupazione, né rapporta questa questione con la dinamica del mercato del lavoro nella nostra regione; il Piano, invece, illustra quelli che saranno i riflessi occupazionali di alcune misure e di alcuni strumenti, prevalentemente connessi ai Fondi Strutturali europei, così come di seguito riportato:
a) al Programma Operativo inerente il Fondo Sociale Europeo 2007-2013 della Regione Puglia (Assi I, II, III, IV, V) si riconducono le misure del Piano n. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 11, 12, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 22, 24, 25, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33 e 43;
b) al Programma Operativo inerente pure il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2007-2013 sempre della Regione Puglia, (Asse I), si riconducono le misure n. 30, 31, 34, 35, 36, 37, 38, 39 e 40;
c) al Piano Operativo Nazionale Governance e Azioni di Sistema 2007-2013, la cui Autorità di Gestione è il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, si riconduce la misura n. 10;
d) ai fondi vincolati del Bilancio Regionale del 2009, (ex art. 67 L.R. n. 19/2006) si riconduce la misura n. 13;
e) all’art. 48 (Istituzione del fondo regionale per l’occupazione dei disabili) della Legge Regionale n. 9/2000 sul Bilancio di Previsione per l’Esercizio Finanziario 2000 e di previsione 2000-2002 si riconduce la misura n. 15;
f) infine, ad alcuni fondi nazionali (non espressamente specificati) si riconducono le misure n. 21, 23, 26, 41 e 42.

In secondo luogo, questo Piano non lo si può connotare neanche come "Piano Straordinario", sia perché non esiste un Piano ordinario per il Lavoro della Regione Puglia, sia perché mancano i riferimenti alla "straordinarietà", ovvero alla "gravità", con cui si manifesta il problema della disoccupazione nel mercato del lavoro nella Regione Puglia. Mancano, infatti, i riferimenti alla inefficacia delle politiche nazionali per il lavoro che non riescono ad arginare la paurosa perdita di posti di lavoro nei settori tradizionalmente a più elevata domanda di lavoro (Industria e Servizi). Mancano, poi, i riferimenti a tutto un contesto socioeconomico che, malgrado le ingenti risorse spese in 30 anni di programmazione dei Fondi Strutturali Europei, non riesce a generare né nuova occupazione, né nuova impresa. Inoltre, mancano anche i riferimenti ad un mercato del lavoro regionale che è incapace di assorbire quella forza lavoro giovanile ed altamente qualificata che esce dal mondo dell’Istruzione e dell’Università.

Terzo aspetto da considerare, è dato dal fatto che non è possibile qualificare questo "Piano per il Lavoro" neanche come "piano" sotto l’aspetto metodologico. Un piano, per potersi definire tale, e quindi per potersi distinguere dagli altri tipi di interventi (politiche, programmi e progetti), deve far riferimento almeno a tre elementi essenziali, che sono:
1) l’analisi del contesto, che in quanto "straordinario", meriterebbe un’analisi approfondita su ognuna delle sue componenti e non solo dei sommari riferimenti introduttivi;
2) l’approccio strategico, che oggi è fondamentale in ogni forma di pianificazione;
3) il meccanismo "metodologico-operativo" tipico di una pianificazione di tipo "strategico", che porta alla individuazione dei problemi, alla trasformazione di questi in obiettivi, alla scelta delle azioni mediante le quali raggiungere gli obiettivi e, in ultimo, alla individuazione di azioni alternative straordinarie, cui ricorrere in caso di impossibilità di conseguire gli obiettivi fissati con le azioni ordinarie.
Questo Piano, quindi, non avendo questi tre elementi, non può essere definito tale sotto l’aspetto metodologico.

Chiudo, evidenziando il fatto che vi sarebbero anche altri aspetti che dovrebbero essere analizzati e discussi nel merito (Governance, Partecipazione, Inclusione, Concertazione, Sostenibilità, Coesione…) cui, però, rinvio al confronto dei prossimi giorni.
 
Pietro Perrucci