martedì 18 gennaio 2011

S.A.C. Parco Nazionale Alta Murgia. Riflessioni su Idea Forza e Strategia

Carissimo Michele,
sulla possibilità di sviluppare un’idea-forza basata sull’enogastronomia per il S.A.C. dell’Alta Murgia ho riflettuto parecchio e, in tutta sincerità, ho qualche perplessità in più rispetto a ieri pomeriggio.
Pur potendo condividere con te l’idea che quella del turismo enogastronomico è sicuramente una formula di fortissimo impatto su flussi turistici locali, regionali, extraregionali e se vogliamo anche nazionali, io non dispongo al momento di informazioni e dati precisi che in qualche modo mi consentirebbero di supportare/argomentarla quale principale forma di turismo del nostro territorio e quindi di proporla come idea forza per il S.A.C. dell’Alta Murgia.
Basandomi perciò ancora una volta sulla mia esperienza, posso dirti che per il turismo enogastronomico ci si muove anche di centinaia di chilometri (soprattutto in serata o durante i weekend) per andare a mangiare piatti della tradizione locale, bere vini di prima qualità, scoprire di volta in volta nuovi piatti tipici, grazie soprattutto all’immensa gamma di prodotti agroalimentari di cui disponiamo. Però, molto più verosimilmente, nel turismo accade che ci si muove soprattutto per altri motivi, per fare le ferie in zona di mare e di montagna, per visitare posti o monumenti, frequentare aree naturali, vedere eventi tipo concerti/spettacoli, o ancora ci si muove per lavoro. Questo aspetto, purtroppo, non mi consente di affermare che tra i principali fattori che generano flussi turistici vi è la gastronomia o solo la gastronomia.
A questo, si deve aggiungere anche il fatto che, purtroppo, il principale indicatore per l’economia del turismo non è dato tanto dal numero di pasti consumati, quanto dal numero di presenze/soggiorni dei turisti, ovvero dal numero di pernottamenti registrati nelle strutture alberghiere, agrituristiche, hotel, motel, bed & breakfast, ecc… Nel nostro territorio flussi turistici nel senso di viaggiare e/o prenotare soggiorni per il solo scopo di mangiare non sono rilevanti: dai dati illustrati durante i due precedenti forum regionali del turismo (2008 e 2009, quello del 2010 non è stato fatto), i volumi di beni e servizi turistici legati alla enogastronomia del nostro territorio erano di gran lunga inferiori a quelli generati dai pernottamenti per altre motivazioni; l’enogastronomia, inoltre, viene presentata come un prodotto-servizio più che altro complementare ad altri prodotti-servizi turistici e quindi complementare rispetto agli altri tipi di turismi. E questo sembra che sia valido un po’ dappertutto nella nostra Regione.
Per quanto riguarda poi il bando S.A.C. dell’Alta Murgia una idea-forza sul turismo enogastronomico, non troverà a mio avviso molti consensi, anche perché si è già constatata la mancanza di, volontà, di competenze, di conoscenze e se volgiamo anche delle sensibilità, per poter concepire una strategia di sviluppo e gestione di a tre elementi: beni ambientali, beni culturali e beni e attività enogastronomiche.
Di sicuro, però, concordo sul fatto che l’enogastronomia potrebbe rappresentare la punta della spada di un sistema come quello del Parco, però bada bene: la punta della spada ma non tutta la spada. In altre parole, vedo nell’enogastronomia un ottimo elemento per lo sviluppo e l’attrattività turistica anche se non dev’essere il solo elemento. Per questo, torno a suggerirti un vero e proprio Piano di Sviluppo Turistico, laddove un turismo enogastronomico, integrandosi con altri tipi di turismi, può avere uno sviluppo notevole. Di seguito, ne enfatizzo i perché:

- l’enogastronomia è una sintesi di due importanti elementi del SAC, ovvero dei beni ambientali e dei beni culturali (le ragioni le abbiamo dette ieri);

- è uno dei pochi elementi che si può proporlo nella duplice veste di prodotto e di servizio;

- è uno dei pochi elementi che è al tempo stesso un "prodotto-servizio di tipo turistico";

- è ampiamente rappresentativo della nostra realtà locale;

- è molto coerente e molto rappresentativo del territorio dell’Alta Murgia;

- è di forte impatto a livello sensoriale, molto di più dei beni ambientali e culturali;

- suscita l’idea di ricchezza, di generosità, di qualità, di benessere, di ecocompatibilità, di sostenibilità, di gusto e di arte, ovvero di tutto ciò che a livello psicologico invoglia a fare turismo, ovvero di tutto ciò che si può rappresentare con il SAC;

- è un prodotto-servizio con un alto rapporto prezzo-qualità;

- è facilmente accessibile;

- la maggior parte dei prodotti agroalimentari della Murgia sono ampiamente rappresentativi della dieta mediterranea (probabile una sua elevazione a bene e patrimonio UNESCO);

- quasi tutti i prodotti agroalimentari della Murgia rappresentano caratteristiche atte ad una moderna alimentazione (leggerezza, freschezza, "bioligicità", altamente nutrienti, salutistici perché quasi tutti di origine ortofrutticola, ed autoctoni);

Come strategia, invece, poi l’enogastronomia è forse ancor più interessante che come idea-forza e questo perché risponde bene ai quattro obiettivi del PPA:

Sviluppo turistico- crea senza dubbio movimento turistico (anche se non presenze turistiche), più che altro flussi locali e nei fine settimana;
- si integra molto bene con altri tipi di turismo;
- per la Murgia, poi, il mutare delle stagioni porta nell’arco di un anno una elevata varietà di cibi e prodotti e questo potrebbe essere un forte elemento per la destagionalizzazione dei flussi turistici;
- esistono strutture di offerta dei servizi turistici che possono essere facilmente integrate in un sistema tipo SAC (agriturismi e masserie);

Sviluppo socioeconomico locale- può generare domanda commerciale esogena di prodotti e materie prime agroalimentari;
la stessa domanda commerciale di questi prodotti non mancherà di suscitare visibilità, comunicazione e quindi nuovi flussi di turismo;
- strategicamente per la concorrenza, potremmo essere l’unico territorio al mondo a produrre prodotti e materie prime da difendere con marchi/disciplinari, così come indicato nelle azioni 4.2.2 e 4.4.2;
- si generano enormi opportunità per le filiere corte;
- si generano enormi opportunità per sviluppare progetti integrati di filiere (PIF);
- si crea indotto in agricoltura, industria agroalimentare, trasporti, energia alternativa, agriturismo, insomma un processo incrementale;
- si generano economie di distretto;

Cooperazione territoriale internazionale- immigrazione/emigrazione e prodotti agroalimentari rappresentano due opportunità per sviluppare attività di cooperazione a tutti i livelli (socioeconomica, culturale, formazione, politica, ecc…) con tutti i paesi del mondo, anche con quelli con ancora un elevato fabbisogno alimentare;
il Mediterraneo è un altro viatico per la cooperazione in cui il SAC Murgia potrebbe inserirsi con i suoi prodotti enogastronomici;
- la centralità del SAC Murgia rispetto ad altri SAC regionali e a Matera (sito UNESCO) sicuramente sarà motivo di sviluppo di una cooperazione interregionale e transnazionali;

Sostenibilità- le caratteristiche organolettiche dei prodotti e delle materie prime enogastronomiche di altissima qualità, sono altamente rappresentativi di sostenibilità;
- l’enogastronomia consente di mettere in atto processi definiti sostenibili, sia nel senso delle ecocompatibilità ambientali, sia nel senso della lunga ricaduta nel tempo di impatti positivi;
- se è vero che nella globalizzazione ad entrare in concorrenza non sono soltanto i prodotti ma anche i territori da cui essi provengono, una sostenibilità fondata su cultura ed ambiente, consente ai prodotti enogastronomici commercializzati all’estero di essere il miglior biglietto da vista per il nostro turismo.

A mio avviso, quindi, questi elementi che ti ho evidenziato potrebbero costituire già un’ottima base per lavorare, anche se avrei tante altre cose da sviluppare

Pietro Perrucci