martedì 21 giugno 2011

Rigenerazione e Sviluppo Urbano. Troppa edilizia e poca metodologia

Al secondo incontro sul processo di rigenerazione urbana sono emersi ancora più forti e chiari gli interessi legati all'attività edilizia che sta condizionando non poco la realizzazione di questo processo. Tuttavia, la cosa più negativa non è l'edilizia in sé, quanto il fatto che si continua a progettare solo in funzione di questo tema, escludendo così tutti gli altri temi che pure dovrebbero essere, a maggior titolo, parte integrante di questo progetto.
Si spiega in questo modo perché l'idea di progetto presentata ieri fosse basata esclusivamente sul “centro storico” e sulla parte della “gravina” che è posta sotto di esso (a sud del ponte-acquedotto della Madonna della Stella). Questa idea-progetto non tien conto quindi di tutta l'area posta nella zona a nord del ponte suddetto e pertanto questa esclusione fa venir meno l'applicazione quel principio di integrazione funzionale ed urbana che ci viene indicato dal bando come principale criterio di pianificazione.
Se l'intervento avesse tenuto conto di questo criterio, la pianificazione sarebbe avvenuta al di fuori degli interessi dell'edilizia e quindi la zona di intervento non si sarebbe incentrata sul  "centro storico" ma si sarebbe incentrata sull'area della “gravina”, visto che questa è più idonea a rappresentare, sia le problematiche, sia gli obiettivi di una rigenerazione urbana per la nostra città. Infatti, non ha nessun senso escludere da questa tutto il percorso geologico, naturalistico e paesaggistico della “gravina” con il suo torrente e con il suo suo ecosistema/biotipo così particolare, e con i suoi costoni sui quali sono localizzati la Pineta/Parco Robinson, le infrastrutture rappresentate dalla strada panoramica e ferrovia delle F.A.L., le due estese zone archeologiche sul costone ovest (Padreterno e collina di Botromagno/Petramagna), i siti sportivi comunali (campo sportivo, palestra Via Dante e campi tennis), l'area ex-Cooparco oggi inglobata nell'area Fiera San Giorgio e i diversi siti di archeologia industriale qui esistenti. Inoltre, la gravina resta l'unico elemento progettuale che funge da “entrée d'union” anche con altri siti posti ancor più a sud dell'idea-progetto presentata ieri, visto che, oltre al centro storico, arriva a toccare anche il Parco di Bruno, il Cimitero e la Terra Santa.
A causa di questo cattivo modo di fare progettazione, per tutta la durata del secondo incontro si è continuamente rifiutata la mia proposta di dar vita da subito ad una progettazione che fosse realmente inclusiva di conoscenze e competenze locali. Per questo, tutti i convenuti hanno avuto la sensazione che il piano di rigenerazione urbana sia stato già fatto e che quindi, portare delle innovazioni in questo momento significherebbe soltanto rompere quell'equilibrio e quegli accordi già presi sugli interventi edilizi da far passare come generazione urbana.
Infine, occorre dire che questo modo di fare pianificazione è improprio da un punto di vista metodologico: in una moderna metodologia di pianificazione non è possibile escludere i riferimenti sociali, antropologici, le implicazioni con la salvaguardia dei beni culturali ed ambientali e la messa a sistema dei beni architettonici paesaggistici, urbanistici ed ambientali, dal momento che questo piano non nasce e non si evolve sulla base di un'analisi di contesto e dall'analisi dei suoi problemi, ma si muove su scopi e fini impropri, incongrui, e riduce tutto l'intervento alla sola attività l'edilizia. Ovviamente, se la pianificazione è carente da un punto di vista metodologico, anche l'annessa attività di europrogettazione si muove al di fuori di una metodologia appropriata e la prova di ciò e data dalla mancanza di una "vison" del progetto coerente con gli obiettivi della programmazione dei fondi strutturali europei, ovvero della coesione, della crescita dell'attrazione e della competitività del nostro sistema urbano, dello sviluppo socieconomico, dell'aumento dell'occupazione e della sostenibilità.
 
Per chi volesse ulteriormente approfondire:

Sintesi degli interventi del 20.06.2011
http://pietroperrucci.blogspot.com/2011/06/rigenerazione-e-sviluppo-urbano-sintesi.html

Sintesi dell'incontro di giovedì 16.06.2011 c/o SEL Gravina: http://pietroperrucci.blogspot.com/2011/06/rigenerazione-e-sviluppo-urbano-la-mia.html

Requisiti PPA Asse 7
http://pietroperrucci.blogspot.com/2011/06/rigenerazione-e-sviluppo-urbano-i.html

Azione 7.1.1
http://pietroperrucci.blogspot.com/2011/06/azione-7.html


Pietro Perrucci



Rigenerazione e Sviluppo urbano. Sintesi degli interventi nell'incontro pubblico del 20.06.2011


Scianatico: nel tentare di spiegare lo stato dell’arte fa intendere che gli interventi da effettuarsi con la rigenerazione urbana non debbono essere necessariamente legati allo sviluppo, all’occupazione e alla sostenibilità (cosa da non condividersi in nessun modo).
Tremamunno: propone un progetto strettamente incentrato sul centro storico e sulla parte della gravina posta di fronte al centro storico (a sud del ponte sulla gravina). Tale progetto è in piena contraddizione al principio della “integrazione dei piani”, che invece richiederebbe il coinvolgimento nel progetto di tutta la gravina, ivi compresa la zona a nord del ponte della Madonna della Stella.
Schinco: propone implementazioni progettuali incentrati sull’archeologia industriale, sul Parco di Bruno, sul Museo della civiltà contadina (sua collezione privata di oltre duemila pezzi) e, in assenza di una vision sulla città, propone una forma di sviluppo socioeconomico basato sull’agricoltura, sulla quale innestare tutta la progettazione.
Serangelo: non è possibile implementare il Parco di Bruno perché oggetto di un contenzioso giudiziario.
Moretti: Manca un’idea della città e manca un’idea forza di tipo progettuale su cui basare la rigenerazione urbana. Propone l’implementazione progettuale dei quartieri disabitati, del progetto “Acqua & Terra” e di rimettere in funzione i numerosi contenitori comunali esistenti nel centro storico.
Misciagna: concorda per il recupero dei cavati e di Via Giudice Montea e propone il coinvolgimento dei privati anche con opere di convincimento.
Scarnera: propone il passaggio da interventi esclusivamente urbanistici ad interventi di “Rigenerazione Antropologica”, tenendo bene in conto il fatto che la popolazione che rimane nei centri storici diventa sempre più anziana e quindi sempre più bisognosa di servizi sociali.
Perrucci: non concorda col progetto presentato perché metodologicamente sbagliato. Chiede di implementare la zona Nord del ponte sulla gravina, chiede di incentrare tutto il progetto sulla gravina anziché sul centro storico; inoltre, non il processo che è stato avviato dall'Amministrazione comunale non lo vede indirizzato allo sviluppo della attrattività e della competitività della città, e quindi distante dal conseguimento degli obiettivi che la Regione Puglia si è impegnata a conseguire nei confronti dell’Unione Europea che sono: coesione, sviluppo socioeconomico, occupazione e sostenibilità. Propone una progettazione che sia inclusiva delle conoscenze e competenze locali sin da questa fase della progettazione che non è ancora sufficientemente partecipata.
Tremamunno: occorre dare precedenza alla cantierabilità del progetto ai fini per poter acquisire un maggior punteggio in grado di garantire un suo finanziamento/approvazione e chiede nuove proposte.
Perrucci: se non c’è partecipazione, non c’è conoscenza dei problemi; se non c’è conoscenza dei problemi, non c’è progettazione adeguata. Ripropone ancora una volta l’inclusione di conoscenze e competenze locali già in questa fase del processo.
Sarpi: chiede a quanto ammonterebbe il presunto finanziamento e la Scianatico gli risponde 3-3,4 milioni di euro.
 
 
Per chi volesse ulteriormente approfondire:
Sintesi dell'incontro di giovedì 16.06.2011 c/o SEL Gravina: http://pietroperrucci.blogspot.com/2011/06/rigenerazione-e-sviluppo-urbano-la-mia.html
Requisiti PPA Asse 7 - http://pietroperrucci.blogspot.com/2011/06/rigenerazione-e-sviluppo-urbano-i.html
Azione 7.1.1 - http://pietroperrucci.blogspot.com/2011/06/azione-7.html


Pietro Perrucci