venerdì 5 luglio 2013

Cos'è un criterio di valutazione

Nel mio operare sui processi di policy, mi si è chiesto di analizzare taluni piani, programmi, progetti, politiche ed altri interventi della Regione Puglia attraverso determinati criteri, intendendosi per questi ultimi delle attività, dei temi, delle problematiche, delle questioni aperte, nonché delle generiche categorizzazioni teorico-concettuali.


Non appena mi è stata girata questa richiesta mi sono reso immediatamente conto che ciò non si poteva fare perché vi erano due grossi problemi:

1) i processi di policy non vanno analizzati o studiati, ma più appropriatamente debbono essere valutati;

2) i criteri con cui si procede alla valutazione di questi processi non possono essere delle attività, così come non possono essere temi, problematiche, questioni aperte o categorie concettuali, ma bensì debbono essere degli elementi funzionali e strumentali degli stessii processi di policy e quindi dei rispettivi processi di valutazione.

Come si è avuto modo di spiegare in diverse occasioni, i processi di policy, ovvero i piani, i programmi, i progetti, le politiche ed altri tipi interventi, rappresentano l’esito di percorsi di ricerca di studio e di lavoro, impostati su precise quanto rigorose elaborazioni metodologiche concepite “a monte” di attività pratico-operative, con cui si interviene “a valle” nei più disparati settori dell’economia, della società, della cultura, dell’ambiente, della ricerca scientifica, della Pubblica Amministrazione e persino della politica.

Per cui valutare significa predisporre attività di monitoraggio, di stima, di giudizio e di valutazione, da realizzarsi sugli impatti di progetti, piani, programmi, politiche, ecc…, e da eseguirsi in fasi diverse (ex-ante, on-going ed ex-post), su tutti i loro aspetti procedurali, fisico-realizzativi e finanziari.

Ciò avviene con dei criteri che non possono essere elementi teorico-discorsivi come lo sono i temi, le problematiche, le questioni aperte o le categorie concettuali, ma sono degli elementi funzionali, strumentali e metodologicamente connessi, con gli stessi processi di policy e con i processi di valutazione.

Infatti, analizzare i piani, programmi, progetti, politiche ed altri interventi, significa sostanzialmente misurare, valutare, interpretare, osservare, elaborare, monitorare, organizzare, aggregare, disaggregare, diversificare, omologare, qualificare, quantificare, realizzare, assimilare, includere, escludere, classificare, scegliere, ragionare. Per questo i criteri assumono forme ben definite di parametri, di norme, di regole, di principi, di filtri, di indici, di pesi, di valori, di caratteristiche, di giudizi, di canoni.

Quindi, il criterio rappresenta tutto ciò che strumentalmente e funzionalmente porta ad una misura, ad una valutazione, ad una interpretazione, ad un’analisi, ad un’osservazione, ad un’elaborazione, ad un monitoraggio, ad un’organizzazione, ad un’aggregazione, ad una disaggregazione, ad una diversificazione, ad un’omologazione, ad una qualificazione, ad una quantificazione, ad una realizzazione, ad un’assimilazione, ad un’inclusione, ad un’esclusione, ad una classificazione, ad una scelta, ad un ragionamento.

E proprio per questo, non può mai essere in sé una misura, una valutazione, una interpretazione, un’analisi, un’osservazione, un’elaborazione, un monitoraggio, un’organizzazione, un’aggregazione, una disaggregazione, una diversificazione, un’omologazione, una qualificazione, una quantificazione, una realizzazione, un’assimilazione, un’inclusione, un’esclusione, una classificazione, una scelta, un ragionamento.

Può essere, invece, parte di un sistema, di un metodo, di un modello, di una funzione, di una struttura, di un’analisi, di un approccio, di una legge, di un ragionamento, di una procedura, di un’istruttoria, di un ordine, di una selezione, di una scala di valori, di un sistema di pesi, di un sistema di obiettivi, ma mai può essere confuso con essi. Inoltre, un criterio non può essere neanche un qualcosa che si concepisca o si improvvisa al di fuori dei processi di progettazione, pianificazione, programmazione e di ogni altro processo di policy, così come invece mi è stato chiesto di fare.

Pietro Perrucci