1. Introduzione
Per Responsabilità Sociale d'Impresa (o Corporate Social Responsibility, CSR) si intende l'integrazione di preoccupazioni di natura etica all'interno della visione strategica d'impresa: per certi aspetti, essa rappresenta un insieme di regole e comportamenti a cui devono attenersi le grandi, piccole e medie imprese, al fine di gestire efficacemente le problematiche derivanti dalle loro attività economico-aziendali per via degli impatti sociali ed etici che le imprese riversano sia al loro interno, sia all'esterno (ovvero, nelle zone in cui operano).
Il principale riferimento per questo corso sarà il “Libro Verde: Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese, Commissione Europea 18/7/2001", strumento con il quale l'Unione Europea definisce espressamente la Responsabilità Sociale d'Impresa come “un’azione volontaria volta integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”.
La Responsabilità Sociale d'Impresa trova nella Costituzione italiana due importanti riferimenti:
- per l’attività economica, si fa riferimento all'articolo 41, che recita: "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.";
- come percorso di cittadinanza attiva, si fa riferimento all'articolo 118, comma 4, che recita: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni, favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli ed associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
La Responsabilità Sociale d'Impresa trova poi importanti punti di convergenza con i principi e con i valori dell'etica, della morale e della dottrina della chiesa, per via di alcuni importanti principi a cui si informano si suoi contenuti, ovvero:
a) Lo standard SA 8000
La Social Accountability International (SAI), organizzazione internazionale nata nel 1997, ha emanato la norma SA 8000 per assicurare nelle aziende condizioni di lavoro che rispettino la responsabilità sociale, un approvvigionamento giusto di risorse ed un processo indipendente di controllo per la tutela dei lavoratori: lo standard SA 8000 (Social Accountability ovvero Rendicontazione Sociale) è lo standard più diffuso a livello mondiale per la responsabilità sociale di un’azienda ed è applicabile ad aziende di qualsiasi settore, per valutare il rispetto da parte delle imprese ai requisiti minimi in termini di diritti umani e sociali. In particolare, lo standard prevede otto requisiti specifici collegati ai principali diritti umani ed un requisito relativo al sistema di gestione della responsabilità sociale in azienda:
Lo standard AA1000 (o AccountAbility 1000) è uno standard di processo elaborato per valutare i risultati delle imprese nel campo dell'investimento etico e sociale e dello sviluppo sostenibile.
Creato nel 1999 dalla britannica ISEA (Institute of Social and Ethical Accountability) si tratta di uno standard nato per consentire, alle organizzazioni che lo vogliano adottare, la promozione della qualità dei processi di "social and ethical accounting, auditing and reporting" in modo da garantire il miglioramento della responsabilità sociale dell’impresa. Attraverso la AA1000 si può dimostrare l’impegno per il rispetto dei valori etici attraverso strumenti oggettivi, imparziali e trasparenti. I benefici che l’azienda ottiene adottando questo standard consistono soprattutto nel rafforzamento del rapporto con gli stakeholder, migliorando la partecipazione, la fiducia e il mantenimento di buone relazioni nel tempo; può inoltre derivarne un miglioramento del dialogo con le Istituzioni e la Pubblica Amministrazione, riducendo le conflittualità ed instaurando un rapporto di mutua collaborazione ed arricchimento.
Dal 26 al 30 settembre 2005 si svolse a Bangkok la seconda riunione del gruppo ISO sulla Responsabilità sociale delle imprese (Working Group Social Responsibility), nel corso della quale sono stati fatti notevoli progressi verso una nuova norma sulla responsabilità sociale: la ISO 26000.
Uno dei principali successi del meeting di Bangkok è stato quello di stabilire una prima struttura del documento per la ISO 26000. Il gruppo ISO ha infatti raggiunto un accordo sull'organizzazione dei contenuti della norma, la cui pubblicazione definitiva è avvenuta a novembre del 2010.
Perché la norma sia frutto del contributo di tutti gli interessati alla responsabilità sociale, il processo di definizione della ISO 26000 prevede la collaborazione dei rappresentanti di ben sei categorie di stakeholders: imprese, governi, lavoratori, consumatori, organizzazioni non governative e altri.
La futura norma è inoltre anche una risposta all'istanza presentata dalComitato economico e sociale europeo (CESE) secondo l'opinione al riguardo "strumenti di misura e di informazione sulla responsabilità sociale delle imprese in un’economia globalizzata": la responsabilità sociale delle imprese dovrà divenire una forza di impulso nel quadro di una strategia planetaria sullo sviluppo sostenibile.
Nell'ultimo periodo è nata una nuova declinazione della responsabilità sociale, non solo riferita alla singola impresa, ma a tutta la collettività. Questa declinazione è particolarmente indirizzata e calzante per la realtà italiana a causa della composizione territoriale (Piccole-medie imprese, tendenzialmente raggruppate in distretti industriali collegati in forma reticolare).
La strategia della Responsabilità Sociale D'impresa per stimolare le imprese ad assumere comportamenti responsabili, viene ora calata in un nuovo contesto, dove il soggetto promotore è tutta la comunità, tutto il territorio nel quale vivono e operano i diversi portatori di interesse.
Il passaggio da una "responsabilità singola e/o individuale" ad una "responsabilità collettiva" ha l'obiettivo di accompagnare le istituzioni e le organizzazioni (pubbliche e private; profit e non profit) in un percorso di costruzione condivisa dove le giuste istanze economiche vanno coniugate con le attenzioni sociali e ambientali nell'ottica di uno sviluppo sostenibile.
La CSR Territoriale ha come scopo quello di migliorare la qualità della vita della comunità.
3. Gli obiettivi e le finalità confessionali e religiose del corso
Per ciascuno dei contenuti che sono stati individuati le seguenti valenze religiose:
Lo standard SA 8000
Lo standard AA1000
La Responsabilità Sociale del Territorio
4. Metodo
La metodologia di apprendimento prevede, nella maggior parte delle ore del corso, delle lezioni frontali cui seguiranno anche alcune ore di esercitazione pratica per comprendere la portata professionale dei vari standards proposti.
5. Soggetti elegibili alla frequentazione del corso
Studenti dell'Istituto.
6. I Proponenti
Dr. Francesco Paterno
Dr. Pietro Perrucci
Per Responsabilità Sociale d'Impresa (o Corporate Social Responsibility, CSR) si intende l'integrazione di preoccupazioni di natura etica all'interno della visione strategica d'impresa: per certi aspetti, essa rappresenta un insieme di regole e comportamenti a cui devono attenersi le grandi, piccole e medie imprese, al fine di gestire efficacemente le problematiche derivanti dalle loro attività economico-aziendali per via degli impatti sociali ed etici che le imprese riversano sia al loro interno, sia all'esterno (ovvero, nelle zone in cui operano).
Il principale riferimento per questo corso sarà il “Libro Verde: Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese, Commissione Europea 18/7/2001", strumento con il quale l'Unione Europea definisce espressamente la Responsabilità Sociale d'Impresa come “un’azione volontaria volta integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”.
La Responsabilità Sociale d'Impresa trova nella Costituzione italiana due importanti riferimenti:
- per l’attività economica, si fa riferimento all'articolo 41, che recita: "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.";
- come percorso di cittadinanza attiva, si fa riferimento all'articolo 118, comma 4, che recita: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni, favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli ed associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
La Responsabilità Sociale d'Impresa trova poi importanti punti di convergenza con i principi e con i valori dell'etica, della morale e della dottrina della chiesa, per via di alcuni importanti principi a cui si informano si suoi contenuti, ovvero:
- rispetto e dignità della persona umana;
- beni comuni e comunanza dei beni;
- socialità;
- universalità dei beni;
- universalità dei beni comuni;
- sussidiarietà;
- solidarietà/fratellanza;
- cooperazione.
a) Lo standard SA 8000
La Social Accountability International (SAI), organizzazione internazionale nata nel 1997, ha emanato la norma SA 8000 per assicurare nelle aziende condizioni di lavoro che rispettino la responsabilità sociale, un approvvigionamento giusto di risorse ed un processo indipendente di controllo per la tutela dei lavoratori: lo standard SA 8000 (Social Accountability ovvero Rendicontazione Sociale) è lo standard più diffuso a livello mondiale per la responsabilità sociale di un’azienda ed è applicabile ad aziende di qualsiasi settore, per valutare il rispetto da parte delle imprese ai requisiti minimi in termini di diritti umani e sociali. In particolare, lo standard prevede otto requisiti specifici collegati ai principali diritti umani ed un requisito relativo al sistema di gestione della responsabilità sociale in azienda:
- escludere il lavoro minorile ed il lavoro forzato
- il riconoscimento di orari di lavoro non contrari alla legge
- corrispondere una retribuzione dignitosa per il lavoratore
- garantire la libertà di associazionismo sindacale
- garantire il diritto dei lavoratori di essere tutelati dalla contrattazione collettiva
- garantire la sicurezza sul luogo di lavoro
- garantire la salubrità del luogo di lavoro
- impedire qualsiasi discriminazione basata su sesso, razza, orientiamento politico, sessuale, religioso
b) Lo standard AA1000
Lo standard AA1000 (o AccountAbility 1000) è uno standard di processo elaborato per valutare i risultati delle imprese nel campo dell'investimento etico e sociale e dello sviluppo sostenibile.
Creato nel 1999 dalla britannica ISEA (Institute of Social and Ethical Accountability) si tratta di uno standard nato per consentire, alle organizzazioni che lo vogliano adottare, la promozione della qualità dei processi di "social and ethical accounting, auditing and reporting" in modo da garantire il miglioramento della responsabilità sociale dell’impresa. Attraverso la AA1000 si può dimostrare l’impegno per il rispetto dei valori etici attraverso strumenti oggettivi, imparziali e trasparenti. I benefici che l’azienda ottiene adottando questo standard consistono soprattutto nel rafforzamento del rapporto con gli stakeholder, migliorando la partecipazione, la fiducia e il mantenimento di buone relazioni nel tempo; può inoltre derivarne un miglioramento del dialogo con le Istituzioni e la Pubblica Amministrazione, riducendo le conflittualità ed instaurando un rapporto di mutua collaborazione ed arricchimento.
c) Lo standard ISO 26000
Dal 26 al 30 settembre 2005 si svolse a Bangkok la seconda riunione del gruppo ISO sulla Responsabilità sociale delle imprese (Working Group Social Responsibility), nel corso della quale sono stati fatti notevoli progressi verso una nuova norma sulla responsabilità sociale: la ISO 26000.
Uno dei principali successi del meeting di Bangkok è stato quello di stabilire una prima struttura del documento per la ISO 26000. Il gruppo ISO ha infatti raggiunto un accordo sull'organizzazione dei contenuti della norma, la cui pubblicazione definitiva è avvenuta a novembre del 2010.
Perché la norma sia frutto del contributo di tutti gli interessati alla responsabilità sociale, il processo di definizione della ISO 26000 prevede la collaborazione dei rappresentanti di ben sei categorie di stakeholders: imprese, governi, lavoratori, consumatori, organizzazioni non governative e altri.
La futura norma è inoltre anche una risposta all'istanza presentata dalComitato economico e sociale europeo (CESE) secondo l'opinione al riguardo "strumenti di misura e di informazione sulla responsabilità sociale delle imprese in un’economia globalizzata": la responsabilità sociale delle imprese dovrà divenire una forza di impulso nel quadro di una strategia planetaria sullo sviluppo sostenibile.
d) La Responsabilità Sociale del Territorio
Nell'ultimo periodo è nata una nuova declinazione della responsabilità sociale, non solo riferita alla singola impresa, ma a tutta la collettività. Questa declinazione è particolarmente indirizzata e calzante per la realtà italiana a causa della composizione territoriale (Piccole-medie imprese, tendenzialmente raggruppate in distretti industriali collegati in forma reticolare).
La strategia della Responsabilità Sociale D'impresa per stimolare le imprese ad assumere comportamenti responsabili, viene ora calata in un nuovo contesto, dove il soggetto promotore è tutta la comunità, tutto il territorio nel quale vivono e operano i diversi portatori di interesse.
Il passaggio da una "responsabilità singola e/o individuale" ad una "responsabilità collettiva" ha l'obiettivo di accompagnare le istituzioni e le organizzazioni (pubbliche e private; profit e non profit) in un percorso di costruzione condivisa dove le giuste istanze economiche vanno coniugate con le attenzioni sociali e ambientali nell'ottica di uno sviluppo sostenibile.
La CSR Territoriale ha come scopo quello di migliorare la qualità della vita della comunità.
3. Gli obiettivi e le finalità confessionali e religiose del corso
Per ciascuno dei contenuti che sono stati individuati le seguenti valenze religiose:
Lo standard SA 8000
Contenuti | Valore/principio religioso |
| DIGNITA’ DELLA PERSONA UMANA |
| DIGNITA’ DELLA PERSONA UMANA |
| DIGNITA’ DELLA PERSONA UMANA |
| SOCIALITÀ |
| DIGNITA’ DELLA PERSONA UMANA |
| DIGNITA’ DELLA PERSONA UMANA |
| DIGNITA’ DELLA PERSONA UMANA |
| DIGNITA’ DELLA PERSONA UMANA |
Lo standard AA1000
Contenuti | Valore/principio religioso |
| BENE COMUNE, COMUNANZA DI BENI, |
| BENE COMUNE, COMUNANZA DI BENI, |
| BENE COMUNE, COMUNANZA DI BENI, |
| BENE COMUNE, COMUNANZA DI BENI, |
| BENE COMUNE, COMUNANZA DI BENI, |
| SOCIALITÀ |
| SOCIALITÀ |
| SOCIALITÀ |
| SUSSIDIARIETÀ |
| SOCIALITÀ |
Lo standard ISO 26000
Contenuti | Valore/principio religioso |
| SOLIDARIETÀ, |
| SUSSIDIARIETÀ, |
| SOCIALITÀ, |
| FRATELLANZA |
| COOPERAZIONE |
| SOLIDARIETÀ, |
La Responsabilità Sociale del Territorio
Contenuti | Valore/principio religioso |
1. Territorio | UNIVERSALITÀ DEI BENI, BENI COMUNI |
2. Ambiente | UNIVERSALITÀ DEI BENI, BENI COMUNI |
3. Ecosistema | UNIVERSALITÀ DEI BENI, BENI COMUNI |
4. Materie prime | UNIVERSALITÀ DEI BENI, BENI COMUNI |
5. Sostenibilità | UNIVERSALITÀ DEI BENI, BENI COMUNI |
6. Ecosostenibilità | UNIVERSALITÀ DEI BENI, BENI COMUNI |
7. Ecocompatibilità | UNIVERSALITÀ DEI BENI, BENI COMUNI |
8. Leggi e regole sullo smaltimento dei rifiuti da attività industriali e manifatturiere | UNIVERSALITÀ DEI BENI, BENI COMUNI |
4. Metodo
La metodologia di apprendimento prevede, nella maggior parte delle ore del corso, delle lezioni frontali cui seguiranno anche alcune ore di esercitazione pratica per comprendere la portata professionale dei vari standards proposti.
5. Soggetti elegibili alla frequentazione del corso
Studenti dell'Istituto.
6. I Proponenti
Dr. Francesco Paterno
Dr. Pietro Perrucci