Di tutti gli elementi chiave propri della pianificazione strategica quello più importante resta "la partecipazione, concreta e operativa, dei cittadini al processo di pianificazione". Trattasi, a mio avviso, dell’unico modalità per realizzare, in concreto, quella che altrimenti sarebbe un'idea troppo vaga di "interesse pubblico". È quindi necessario (anche se è molto complesso) che, sin dall'inizio, l’unità di pianificazione stabilisca forme di dialogo con tutti i soggetti potenzialmente eliggibili alla partecipazione, in un processo di pianificazione.
Il primo passo da compiere per la partecipazione è quello della individuazione, nella maniera più precisa possibile, di questi soggetti. In diverse esperienze, però, la partecipazione è stata sempre un aspetto del tutto secondario e perciò trascurato; ciononostante, è comunque possibile individuare tra questi soggetti gli "interlocutori naturali" della Unità di pianificazione, rappresentato dai beneficiari di un programma, i "cittadini", i quali intervengono, non solo come potenziali beneficiari, ma anche come soggetti deputati alla costruzione delle scelte anche se non sono beneficiari. A queste categorie, si sono aggiunti spesso anche i "contribuenti", termine che qui viene utilizzato non tanto per indicare chi paga le tasse, quanto per indicare chi effettivamente finanzia i processi da costruire.
da un punto di vista più strettamente metodologico, invece, la partecipazione dei cittadini viene di norma esaminata secondo tre linee di analisi critica: la prima linea prende in considerazione la capacità dei cittadini di cooperare efficacemente al processo; la seconda linea ha per oggetto la capacità dei cittadini di mantenere un interesse elevato nel corso del tempo; la terza linea riguarda la capacità dei cittadini di produrre e mobilitare attenzioni ed interessi anche all'esterno della stessa realizzazione del processo.
Nella ricchissima letteratura esistente sulla partecipazione questi aspetti vengono quasi completamente ignorati; si parla, infatti, di partecipazione dei cittadini facendo riferimento al solo momento elettorale quando, invece, la partecipazione significa la possibilità di tutti i cittadini di concorrere "più o meno direttamente" alla determinazione delle scelte nei vari processi di policy, e questo a prescindere dai diversi sistemi politico elettorali in cui ci si ritrova ad operare ed a prescindere anche dai diversi ruoli che i soggetti acquisiscono per poter partecipare alla realizzazione dei processi di policy, come di seguito evidenziati:
1. le unità di programmazione (Udp) esterne al processo di pianificazione;
2. i soggetti pubblici, anche quelli addetti al supporto infrastrutturale ed energetico;
3. le autorità locali coinvolte nella portata del piano;
4. il pubblico (come singoli individui, come gruppi);
5. le Unità di pianificazione interne al processo di pianificazione e i loro staff tecnici;
6. il governo regionale ed il governo nazionale;
7. i consulenti;
8. le associazioni (consumatori, utenti, movimenti di autotutela, ecc…).
Le modalità di consultazione dei cittadini nella costruzione di un processo possono assumere diverse caratteristiche. Talora può rendersi opportuno consultare un campione rappresentativo dell’intera popolazione in quanto tale; talora, invece, sarà preferibile conoscere l’opinione distinta di particolari porzioni o settori di questa popolazione. In ogni caso, però, le modalità di consultazione, debbono avere un unico obiettivo, e cioè conferire legittimità alle scelte intraprese nell'ambito di un processo pianificatorio. Per questo, tali processi dovrebbero essere molto più spesso "istituzionalizzati" e questo anche per ridurre il grado di incertezza nel prendere le decisioni, nel chiarire gli obiettivi e gli scopi dei processi e nell’estendere il consenso. Come si può capire, l'istituzionalizzazione dei processi ha anche una valenza "strategica", nel senso della possibiità di poter convogliare un "maggiore consenso" verso il conseguimento degli obiettivi.
In ultimo, un'altro aspetto importante della partecipazione riguarda il controllo e la gestione dell'informazione. Si pensi, a quanto importante sia l'informazione per il processo di pianificazione strategica che serve
soprattutto per una più precisa definizione di un sistema di obiettivi, per una migliore la strutturazione di programma e per costruire quella base di conoscenza comune e condivisa.
Pietro Perrucci
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