venerdì 25 ottobre 2013

PPTR, osservazioni per la scheda comunale

PROCESSO METODOLOGICO
Se per processo metodologico si intende il METODO oppure la METODOLOGIA, occorre ribadire che una grave deficienza di questa pianificazione sta nel fatto che il PPTR non è connesso ad alcuna programmazione del territorio.

SCENARIO STRATEGICO
Non si capisce come le azioni le azoni di tutela e di valorizzazione del paesaggio possano essere connesse tanto ai suoi obiettivi generali, quanto ai suoi obiettivi specifici. Si veda ad esempio un obiettivo come quello dello “sviluppo locale autosostenibile”: essendo questo un obiettivo generale articolato in tre obiettivi specifici (sviluppo, sviluppo locale e autosostenibilità) non si capisce quali azioni sono da connettere a questo obiettivo, sia a livello generale, sia a livello specifico. Inoltre, le azioni indicate nel PPTR non vengono qualificate, quando invece una buona prassi di pianificazione richiederebbe di qualificare tutte le sue azioni come "dirette", "indirette" e "alternative".

GOVERNANCE
Essendo stato elaborato e prodotto da tecnici e burocrati guidati da una precisa volontà politica, il PPTR non è stato affatto un processo partecipato. Di conseguenza, non sono state previste modalità inclusive per la partecipazione degli enti locali pugliesi alla elaborazione delle scelte e delle decisioni del PPTR. In più, gli enti locali pugliesi, così come tutti gli altri attori che potevano essere coinvolti a livello decisionale su questo piano, ad oggi non hanno mai avuto una reale possibilità di condividere l’elaborazione del PPTR. Ci si è limitato alla sola produzione e/o raccolta di ossrvazioni che non sono affatto significative di condivisione, inclusione e né tantomeno di partecipazione. La comunicazione, quindi, è stata di tipo “top-down” e non ha funzionato quasi per definizione. Ovviamente, anche sulla sostenibilità del processo di governance, non ci si può esprimere in maniera precisa perché non si conosce il dettaglio dei costi; però, dato l'elevato numero di tecnici e burocrati coinvolti e data anche l’enormità del lavoro effettuato, i costi si possono solo immaginare molto elevati cosicché per il PPTR se ne deduce anche una sua insostenibilità sul piano della governance. Un ultimo aspetto che interessa la governance riguarda l'assenza delle modalità di soluzione delle conflittualità che vi sono sul territorio e sotto questo aspetto il sistema delle decisioni legato alla governance appare completamente svuotato dei suoi contenuti

IL SISTEMA DELLE TUTELE: INDIVIDUAZIONE DEI BENI PAESAGGISTICI
Ci sono alcuni beni ambientali, storici e culturali, che sono parte integrante del paesaggio, ma che essendo di proprietà privata e il PPTR non ha predisposto per loro un apposito sistema delle tutele. Il riferimento è ad alcune modalità di antropizzazione del territorio regionale i cui segni importanti sul piano paesaggistico sono i muretti a secco, gli jazzi, le cisterne, i piloni, i tratturi ed anche le masserie. Non si sa se è questa sia stata una dimenticanza o una precisa scelta di pianificazione; ad ogni modo, se un qualsiasi bene privato è parte integrante del paesaggio, questo bene oltre ad essere oggetto delle azioni di tutela e valorizzazione del PPTR, deve essere altresì oggetto di un apposito sistema di “monitoraggio continuo”.

IL SISTEMA DELLE TUTELE: INDIVIDUAZIONE DEGLI ULTERIORI CONTESTI PAESAGGISTICI
È mancato anche un approccio geografico ed antropologico alla elaborazione del PPTR: gran parte del lavoro è stato fatto su base cartografica e dunque scarsissima attenzione è stata riposta all’analisi dei sistemi territoriali che determinano il paesaggio pugliese. Di conseguenza, il paesaggio è stato considerato come una entità statica, quando invece esso è una realtà dinamica, evolutiva, interconnessa con altre dimensioni altrettanto dinamiche, quali sono quella dell’economia, della società, della tecnologia e della cultura. In tal senso, si doveva pensare anche al recupero di aree degradate e alla possibilità che queste potessero diventare parte del paesaggio; perciò la loro riclassificazione a beni paesaggistici e/o ambientali dovrebbe essere un obiettivo di assoluta priorità del PPTR.

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE
Non è possibile concepire tutto il PPTR alla stregua quasi esclusiva di vincoli ambientali, paesaggistici, storici, ecc… Inoltre, che senso ha parlare di norme tecniche di attuazione ovvero di vincoli quando la stessa attuazione del PPTR è contestuale a processi di degrado paesaggistico? Si veda a tal proposito l’installazione di pale eoliche, attraverso cui si sta facendo passare per sviluppo del territorio un intervento ad elevato impatto e degrado del paesaggio, quando invece le stesse pale eoliche sono un detrattore di paesaggio.

ALTRO
A mio avviso il PPTR sarebbe tutto da riscriverlo, tralasciandone la sola sezione cartografica che già contiene in se le procedure per modifiche ed adeguamenti. Inoltre, il PPTR deve esere integrato con un sistema di monitoraggio continuo del paesaggio e del territorio. Suggerirei, perciò, l’elaborazione di un apposito progetto per questo monitoraggio continuo del paesaggio e del territorio.

Pietro Perrucci